Nola, la Compagnia di San Paolino: ecco come ha inciso sulla Festa
Nola – La Compagnia di San Paolino anche quest’anno rilancia le linee guida e gli appuntamenti per la prossima Festa dei Gigli. In primo luogo ogni corporazione, a turno, dall’Ortolano al Sarto, a partire da questo mese di ottobre, dovrà avere cura della cappella di San Paolino. In questa fase dell’anno “giglistico”, ogni maestro di festa è tenuto a concordare in congruo anticipo con il parroco del duomo l’orario preciso per il rituale scambio della bandiera, onde evitare coincidenze con altre funzioni religiose e anche per dare il giusto rilievo all’evento. La rituale processione della bandiera, ribadisce ancora la Compagnia, è una cerimonia religiosa e pertanto esorta tutti i maestri di festa a rendere evidenti segni di devozione (ad esempio candele e fiori) che accompagnino il comitato lungo il percorso. Per motivi di decoro e di pulizia viene decisamente proibito, all’uscita dal duomo, l’uso dei tubi spara-coriandoli. Le fanfare sono inviate ad eseguire, oltre all’inno di San Paolino, il tradizionale inno religioso “Noi vogliam Dio” (popolarmente detto “Ave Maria
Anche per quanto concerne la cerimonia della questua, la Compagnia prescrive che ogni maestro di festa è tenuto a concordare preventivamente con il parroco del duomo l’orario dell’esibizione musicale, affinché non coincida con la celebrazione delle Messe festive o feriali.
Inoltre viene ricordato come a norma del regolamento per l’assegnazione dei Gigli e della Barca, in particolare l’articolo. 7, ogni maestro di festa avrà cura di custodire scrupolosamente la bandiera della propria Corporazione, senza apportare ad essa modifiche e senza sostituirla con una nuova.
Il presidente della Compagnia, Luca De Risi evidenzia come l’associazione promossa dalla Chiesa locale per valorizzare gli aspetti religiosi della Festa abbia negli anni raggiunto importanti risultati. “Chi di noi non ricorda come si svolgevano le questue prima? – ricorda De Risi – Musica in piazza a tutto volume, fedeli in chiesa che non riuscivano a capire una sola parola detta dal parroco. Ebbene oggi non è più così: la questua si svolge o prima della messa o dopo la stessa così da permettere ai fedeli di ascoltare la messa e poi, perché no, di partecipare alla questua ascoltando le canzoni. Semplicemente abbiamo fatto capire ai maestri di festa che bisogna avere rispetto e buon senso”. Ad essere rivalorizzato è stata anche la celebrazione della traslazione del corpo di san Paolino.
.”Sino a qualche tempo fa alla messa pontificale celebrata dal Vescovo c’erano si e no cinquanta persone , tra fedeli e sacerdoti”.
Grazie alla Compagnia è stata rivista creando un momento prodromico al pontificale con la “ processione “ fatta dai maestri di festa con le loro bandiere con partenza dalla statua di san Paolino , in via Ottaviano Augusto, dando la giusta importanza ai maestri di festa , li abbiamo coinvolti con le loro famiglie ed i loro amici. Una maggiore partecipazione rispetto al passato la si registra in maniera tangibile anche per quanto riguarda la novena dedicata a San Paolino. Passi in avanti sono stati fatti anche per la stessa processione del santo
“Abbiamo fatto ritornare a vivere – continua De Risi – l’ antica tradizione nolana che prevedeva lo svolgimento della processione con la statua del Santo davanti ad aprirla e le bandiere delle corporazioni dietro . In passato accadeva il contrario”. Grande consenso da parte di tutti registra la stessa messa del “cullatore”
“La domenica della ballata – conclude De Risi – abbiamo ripristinato quella che era una delle più antiche tradizioni nolane. La messa per tutti i cullatori che andavano poi a “ cullare “ i gigli.
Il Vescovo è stato subito disponibile a celebrare la messa .
Oggi è uno spettacolo bellissimo vedere ragazzi con le maglie delle loro paranze ascoltare la messa ed , alla fine salutare gli altri e recitare una preghiera all’altare del Santo Paolino”.