Nola, imprenditore assolto dopo 4 anni dall’accusa di tentata vendita di prodotti ittici non genuini

Nola – Fu il classico maxi sequestro pre-cenone di fine anno: 26 mila tonnellate di prodotti ittici congelati. Era il 28 dicembre del 2010. A finire nella rete delle forze dell’ordine, in particolare degli agenti della Capitaneria di porto di Torre Annunziata fu la Jolly Fish, azienda della zona industriale di Nola.

A circa quattro anni di distanza, dopo il clamore mediatico dell’epoca, il Tribunale di Nola ha assolto l’amministratore unico della società, Salvatore Mauro, ritenendolo non colpevole dei reati a lui ascritti, in particolare di cattiva conservazione di prodotti alimentari e del tentativo di vendita di prodotti non genuini come genuini.

A smontare il castello accusatorio è stata la linea difensiva disegnata dall’avvocato Attilio Panagrosso che è riuscito a far prevalere le ragioni dell’imprenditore. Nel corso del blitz del 2010, gli agenti contestarono la cattiva conservazione di una parte dei prodotti ittici presenti in azienda che tra l’altro avevano superato la data di consumazione. Gli stessi si presentavano ingialliti e stoccati nei pressi di prodotti non ancora scaduti. Un’ apparente promiscuità che lasciava ipotizzare l’intenzione di immettere sul mercato, in quel periodo di fine anno caratterizzato da un’alta domanda, anche prodotti dalla “bontà” piuttosto dubbia.

La difesa è riuscita a dimostrare che la merce in questione, sebbene avesse superato la data di scadenza e si presentasse ingiallita, era ancora sana sotto il profilo organolettico e non costituiva pericolo per la salute pubblica. Questo a testimonianza della sua buona conservazione. Inoltre i prodotti oggetto di indagine rappresentavano la resa di altre aziende di distribuzione che si rifornivano proprio presso la Jolly Fish i cui operatori avevano tra l’altro avuto cura di catalogare nell’apposito registro della merce destinata al macero. Dunque nessuna loro vendita era in programma da parte dell’azienda. Argomentazioni che hanno convinto il giudice monocratico che si è pronunciato per la chiusura della vicenda con l’assoluzione emessa l’altro giorno. 

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