Jobs act, parte il dibattito al Senato

Il Jobs Act prosegue oggi il proprio cammino in aula al Senato. Sul provvedimendo – che il presidente del Consiglio vorrebbe veder approvato a spron battuto in prima lettura – il governo potrebbe mettere la fiducia, anche per riallineare le resistenze della minoranza Pd. Il decreto che contiene le misure per il contrasto della violenza e dei disordini dentro e fuori gli stati, approda oggi in aula alla Camera, che discute anche la delega al governo per la riforma del codice della strada.

«Credo che alla fine la legge delega sulla riforma del mercato del lavoro passerà senza terremoti». È ottimista il senatore di Scelta Civica, Pietro Ichino sull’iter parlamentare del Jobs act. In un’intervista a Radio Città Futura, il giuslavorista afferma: «Valuto come un fatto positivo quanto deciso dalla direzione Pd, anche se avrei preferito maggiore precisione sul punto relativo ai licenziamenti per motivi disciplinari. Ma credo che ci sia ampio spazio nella discussione parlamentare per precisare e mantenere il disegno di legge nella direzione in cui si muove, ovvero voltare pagina rispetto al vecchio regime di job property». 

«Se davvero l’art.18 non viene abolito non si capisce di cosa stiamo parlando da una settimana». Lo ha detto, Pippo Civati, deputato del Partito democratico, intervenendo ad Agorà (Rai3). «Abbiamo fatto una discussione partendo dal fatto che Renzi voleva abolire l’art 18 e invece poi non è stato abolito. Siamo tornati sulla riforma fatta due anni fa dalla Fornero, cambiando qualcosa. Se cerchiamo di capire cosa si cambia ma soprattutto se questo non penalizza nessuno, va bene».

 

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