Il sindaco De Magistris condannato per abuso di ufficio
L’ex magistrato Luigi de Magistris, oggi sindaco di Napoli e il suo consulente informatico Gioacchino Genchi, quando era pubblico ministero a Catanzaro, sono stati condannati a 1 anno e 3 mesi di reclusione ciascuno per l’accusa di abuso di ufficio.
L’imputazione si riferisce all’acquisizione nell’ambito dell’inchiesta ‘Why not’ di tabulati riguardanti le utenze telefoniche di un gruppo di parlamentari, tra i quali Clemente Mastella, Francesco Rutelli, Antonio Gentile e Marco Minniti. Al termine della requisitoria il pubblico ministero Roberto Felici aveva chiesto la condanna di Genchi a 1 anno e 6 mesi e l’assoluzione di de Magistris.
La pena comunque è stata sospesa ed è stato disposta la non menzione nel casellario giudiziario.
“La mia vita è sconvolta, ho subito la peggiore delle ingiustizie” è il primo commento a caldo del sindaco, che ora potrebbe essere “dimissionato” per effetto della legge Severino sugli amministratori condannati in primo grado. “Sono profondamente addolorato per aver ricevuto una condanna per fatti insussistenti. Ma rifarei tutto, e non cederò alla tentazione di perdere completamente la fiducia nello Stato”.
“La sentenza emessa dal tribunale di Roma rende piena giustizia agli uomini politici tra i quali Francesco Rutelli e Clemente Mastella” hanno detto i legali dei due esponenti politici, gli avvocati Titta e Nicola Madia oltre a Cristina Calamari, a proposito delle condanne inflitte a Luigi De Magistris e Gioacchino Genchi. “La grave violazione delle prerogative dei parlamentari in questione – hanno aggiunto – determinò una violentissima campagna di stampa contro il governo all’epoca in carica”.
“Nulla mai potrà ripagarmi. Quell’indagine, condotta in maniera illegale, è stata all’origine di tutte le mie difficoltà, sul piano umano e sul piano politico. Quell’indagine ha cambiato, fino a stravolgerla, la storia politica italiana”, ha commentato Mastella che proprio con De Magistris ebbe uno scontro istituzionale molto violento. “Da allora tutto è precipitato – si sfoga Mastella -. Ho subito processi mediatici, sono stato additato come il politico aduso all’illegalità. Ora i magistrati hanno accertato la verità, ovvero che a compiere atti illegali è stato chi mi ha voluto a forza indagare, senza alcun motivo. Purtroppo, nessuno, niente potrà mai ripagarmi per il grave danno subito”.