Delitto Paduano, interrogatori di garanzia. Adele Vecchione risponde alle domande degli inquirenti

Nola – Si è svolto l’altro giorno gli interrogatori di garanzia di Adele Vecchione e Domenica Sepe, le due donne arrestate con l’accusa di essere le adescatrici che hanno a messo a segno una serie di rapine ai danni di anziani irretiti con il miraggio di un rapporto sessuale.

L’accusa più grave pesa su Adele Vecchione che oltre che per rapina deve rispondere anche di omicidio con l’aggravante della crudeltà. Per gli inquirenti di piazza Giordano Bruno ha ucciso, bruciandolo vivo, Felice Paduano, l’uomo ritrovato carbonizzato nella sua auto lo scorso marzo.

Contro di lei il quadro probatorio raccolto dai Carabinieri è schiacciante. Intercettazioni telefoniche, in particolare, non lasciano margini a dubbi. A difendere la Vecchione è l’avvocato Nunzio Molè che è orientato a non ricorrere al tribunale del Riesame per discutere della misura cautelate della sua assistita attualmente detenuta in carcere.

Vecchione si è mostrata collaborativa rispondendo alle domande del pubblico ministero Claudio Onorato. La donna sta aiutando gli inquirenti a ricostruire il “sistema” delle rapine ed il modus operandi messo a segno nei mesi precedenti, prima dell’”incidente di percorso” avvenuto con la morte di Paduano. Sono ben otto i casi emersi nel corso delle indagini. La Vecchione messa di fronte all’evidenza dei fatti non ha negato nessuna delle circostanze eccepite dagli inquirenti. Ha confessato di aver ucciso il 74 enne dandogli fuoco, consapevole che lo stesso fosse ancora vivo.

E’ verosimile che si procederà al giudizio immediato, vista l’ evidenza delle prove. Le parti a loro volta, molto probabilmente, chiederanno un rito alternativo.

Meno grave è la posizione di Domenica Sepe, attualmente detenuta agli arresti domiciliari. La donna difesa dall’avvocato Angelo Pignatelli deve rispondere di favoreggiamento personale e ricettazione. La Sepe ha cercato di “rintuzzare” le accuse degli inquirenti in relazione ai reati contestati. La difesa valuterà nei prossimi giorni se fare ricorso presso il Tribunale della Libertà.

“Soggetti estremamente pericolosi”. Così il capo della Procura di Nola, Paolo Mancuso ha descritto il profilo di Adele Vecchione e Domenica Sepe, all’indomani del loro arresto. “Dalle intercettazioni ambientali – ha aggiunto Mancuso – emerge come la Vecchione fosse ben consapevole della vitalità di Paduano nel momento in cui gli da fuoco. Nei discorsi con la Sepe questo emerge in maniera chiara”.

In particolare, nemmeno per un momento Adele Vecchione ha pensato che la cosa più normale potesse essere quella di trasportare Paduano all’ospedale o di chiamare un medico. Troppo rischioso, meglio dare tutto alle fiamme: non importa se questo significa uccidere. Un particolare evidenziato dagli inquirenti aggiunge un ulteriore contorno macabro all’intera vicenda. A quanto pare la donna ha assistito con attenzione al “falò”della sua vittima per accertarsi che tutte le possibili prove, magari la stessa identità dell’uomo, fosse distrutta per sempre.”Su questo aspetto – sottolinea il pubblico ministero Claudio Onorato – il Gip ha riconosciuto l’aggravante della crudeltà al reato di omicidio contestato alla donna”.

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