E’ morto il Maestro Ciccio Capasso. Aveva 59 anni. Fino all’ultimo ha lavorato per la musica

Scisciano – Alle prime luci dell’alba di sabato 19 luglio 2014, si spegne all’Ospedale civile di Nola, dopo una lunga malattia, il maestro Ciccio Capasso, originale interprete della grande tradizione musicale partenopea.

Con lui scompare una figura unica, irripetibile, amabilmente eccentrica di versatilità artistica. Perché Capasso è stato maestro, cantante, scrittore, compositore di musiche e persino paroliere.

La carriera: Ciccio Capasso era uno dei pochi interpreti che affrontava il repertorio tradizionale con una chiave interpretativa unica e originale priva di orpelli e retorica e senza ricalcare schemi già collaudati.

La sua attività artistica iniziava nel lontano 1973 con Leo de Bernardinis e Perla Peragallo, nomi tra i più importanti nel panorama del teatro sperimentale italiano.

Con Leo e Perla, Ciccio Capasso lavora al Teatro Regio di Parma, al Carignano di Torino, al San Ferdinando di Napoli, al Verdi di Salerno, al Morlacchi di Perugia, al Giacosa di Ivrea, al Comunale di Città di Castello e ancora in moltissimi teatri d’Italia e in Europa.

Ciccio Capasso è stato anche compositore di versi e musica, nel comporre versi si serviva soprattutto del dialetto, forma a lui più congeniale ed espressiva oltre che per la sua musicalità. Ancora ha studiato con il famoso musicologo Micheal Aspinal. Nel 1988 è stato uno dei maggiori protagonisti nelle “Serate allo storico Cafè Gambrinus di Napoli”, ideate e condotte da Giuliana Cesarini.

Nei suoi concerti-recital, interpreta i brani di autori ignoti che hanno segnato nell’Ottocento l’epoca d’oro della canzone napoletana. Il suo repertorio è vastissimo. Gli autori che presenta sono, tra gli altri, Mercadante, Di Lasso, Vinci, F.P.Tosti, Di Giacomo, Viviani, Bovio, Nicolardi, Russo E.A. Mario, Murolo, Gambardella, Staffelli, Cannio, Denza, G.B. De Curtis, Galdieri, Falvo, Totò.

Un grande talento musicale che sapeva lavorare soprattutto dietro le quinte componendo brani di assoluta originalità e organizzando assieme ad altri grandi dello spettacolo. La sua era una continua sperimentazione di fusione di melodie diverse e parole in vernacolo che ne esaltassero le armonie. Il suo spaziare in vernacolo partenopeo faceva immaginare le sue grandi potenzialità, la sua eccezionale preparazione come musicista e le sue doti di compositore.

Molto spesso degli artisti se ne parla più da morti che da vivi, è una triste, ma dura realtà! Certamente non è il caso di Ciccio Capasso, cantautore e musicista molto apprezzato in ambito nazionale, mentre ha, grandi difficoltà ad emergere e far valere le enormi capacità e qualità nella propria terra d’origine, valendo così anche per lui l’amara locuzione latina “nemo profeta in patria sua”.

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