Riforme: resta dissenso nel PD, pronti a non votare il testo
Sono non meno di 7830 gli emendamenti al ddl sulle Riforme Costituzionali, secondo quanto si apprende a Palazzo Madama. Di questi circa seimila arrivano da Sel. In Aula e’ in corso la discussione generale e sono previste 17 ore ancora di dibattito. Venerdi’ non ci sara’ seduta per via del Cosac, l’incontro dei presidenti delle commissioni competenti in materia di affari europei dei Parlamenti nazionali dell’Ue.
L’inizio delle votazioni, c’e’ chi osserva, sembra , dunque, scivolare all’inizio della prossima settimana.
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I dissidenti del Pd non mollano. “Il 6 maggio dissi che il governo stava facendo un grave errore a impuntarsi” affinche’ il testo del governo diventasse il testo base. Per averlo detto sono stato allontanato dalla Commissione” ha dichiarato il senatore democratico Corradino Mineo, nell’Aula del Senato. Da allora i relatori hanno lavorato, il Governo “ha smussato gli spigoli”, ha aggiunto ed ha sottolineato: “mantengo il mio dissenso sulla composizione e l’elezione del Senato e votero’ l’emendamento Chiti” sull’elezione diretta del Senato.
Lo stesso Vannino Chiti ha preso la parola in Aula. “Il mio intervento non e’ facile, come altre volte mi e’ capitato nel mio impegno politico, e devo dire che e’ sempre su temi costituzionali o di leggi elettorali o di referendum che mi trovo ad avere posizioni differenti da quelle del partito di cui faccio parte”. “Questo non e’ facile – ha puntualizzato Chiti – perche’ certamente non fa piacere e non e’ motivo di gioia: la mia esperienza e’ quella di un uomo di partito, perche’ penso che i partiti siano importanti e fondamentali nella vita democratica, ma penso anche che ognuno di noi deve rispondere alle proprie convinzioni e alla propria coscienza, almeno sui temi che riguardano la Costituzione”.
“La mia convinzione e’ che questa proposta di riforma, cosi’ com’e’ ora, seppur con dei miglioramenti – di cui poi daro’ atto – che sono intervenuti in Commissione rispetto al testo iniziale, non funzioni in diversi e per me fondamentali aspetti, non sia in grado di innovare in modo positivo la vita delle nostre istituzioni e soprattutto indebolisca o faccia venire meno equilibri e contrappesi fondamentali tra i poteri dello Stato”, ha osservato Chiti. “La Costituzione non e’ fatta solo di articoli, ognuno dei quali si giudica e si dice quale ci piace di piu’ e quale di meno; e’ un quadro d’insieme. Posso anche modificare nel senso che a me fa piacere un articolo, ma se questo scompone il tessuto connettivo con gli altri, la Costituzione, per quello che le Costituzioni devono essere, non funziona”, ha osservato ancora.
Secondo il senatore del Pd, “In Italia si e’ stabilito un dogma e siamo eretici se si sostiene che ci sono i cittadini che sono sovrani e hanno diritto di scegliere”.ell’Aula del Senato. Alle forze politiche, l’ex ministro per le Riforme, ha anche detto: “voi il voto lo chiederete” e invece quando si trattava di eleggere il Senato “era uno scandalo”. “Credo che in questa impostazione non ci sia tanto di nuovo ma tanto di vecchio”, ha aggiunto sul Senato eletto indirettamente. E poi un ultimo avvertimento. – “Non esiste la democrazia senza i cittadini e non esiste riformismo senza popolo”. “Stiamo attenti perche’ secondo me stiamo imboccando in senso contrario l’autostrada sul futuro della democrazia, ha aggiunto”.
Intanto in un’intervista ad Avvenire, il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, ha affermato che “Non e’ questo il momento di parlare di presidenzialismo, il tema non e’ nell’accordo e non va affrontato ora. Ora va portata a compimento questa riforma. Poi, una volta approvata definitivamente, possiamo mettere a tema il presidenzialismo.
Chiudiamo, poi apriamo un nuovo tavolo: oggi il presidenzialismo divide e rischia di far saltare una riforma ampia e articolata a cui stiamo lavorando da mesi”.
“La sentenza di venerdi’ non sara’ un’insidia – ha affermato Boschi – Forza Italia dice con chiarezza che le riforme vanno avanti comunque e Forza Italia fino a oggi ha rispettato gli impegni.
Va dato atto a Berlusconi che sulle riforme e’ stato responsabile”. Il ministro poi parla dei grillini: “Se fosse stato per i Cinque Stelle le riforme non sarebbero nemmeno partite; staremmo ancora al giorno 0. Per mesi hanno deciso di non sedersi al tavolo, ora pero’ una parte del movimento ha cambiato idea e almeno sulla legge elettorale qualcosa si vede.
Nei Cinque Stelle – sottolinea Boschi – c’e’ dibattito, c’e’ confronto, non c’e’ piu’ una linea monolitica.