Prima semifinale: stasera Brasile – Germania

 Il top del mondiale è qui, all’estadio Minerao di Belo Horizonte, rappresentato dagli 8 titoli divisi tra le prime due semifinaliste, dei 10 totali delle quattro che si giocano il podio e soprattutto la coppa. Come fosse, dunque, la finale 2014 e invece, per l’ultimo atto, bisognerà aspettare ancora fino a domenica. La Germania ritrova il Brasile, dodici anni dopo Yokohama e sempre lontano dall’Europa: in Asia nel 2002, per l’edizione nippocoreana, e oggi pomeriggio in Sudamerica, alle 17 (le ore 22 in Italia), per il secondo incrocio iridato delle due nazionali.
L’unico precedente, appunto quello in Giappone, fu favorevole alla Seleçao guidata proprio da Felipao Scolari, chiamato adesso a cancellare il dramma del Maracanazo e fare il bis per la torcida colorata. E’ invece rivincita più diretta per Joachim Loew che deve vendicare Rudi Voeller, in panchina la notte in cui il trofeo fu alzato da Cafu.

Tifo e storia
Il massimo sono loro che, per 7 volte, sono arrivate in finale: il Brasile è addirittura spietato quando piomba sul traguardo, essendo diventato pentacampione proprio contro i tedeschi e avendo fatto cilecca solo in due casi (qui contro l’Uruguay nel ’50 e a Parigi contro la Francia nel ’98); la Germania è quasi appagata, quattro cadute (nel ’66 contro l’Inghilterra a Londra, nell’82 contro l’Italia a Madrid, nell’86 contro l’Argentina a Città del Messico e nel 2002 appunto contro la Seleçao a Yokohama) e l’ultima delle tre coppe alzata all’Olimpico 24 anni fa.
Ma Loew si presenta a Belo Horizonte con il prestigioso curriculum appena aggiornato: i tedeschi sono alla quarta semifinale di fila e per la tredicesima volta tra le prime quattro.
Più del Brasile del collega Scolari che però il trofeo lo ha già sollevato e proprio contro questi rivali. Qui a Belo Horizonte, però, il mondiale è al bivio. Sapremo se inciderà il fattore campo, come non accadde al Maracanà nella finale tra la Seleçao e l’Uruguay 64 anni fa, o finalmente l’Europa, al decimo tentativo, piazzerà per la prima volta nella storia la bandiera fuori dal nostro continente.

Falli e sospetti
Il Brasile toda joia toda beleza continua insistente solo nelle strade, sulle spiagge e dentro gli stadi. In campo non c’è più. Il calcio bailado non appartiene al gruppo di Scolari: 96 falli fin qui contro i 57 della nazionale di Loew, i cartellini gialli sono 10 contro 4. Anche se poi la ginocchiata di Zuniga infilza Neymar che forse neppure riuscirà a salire in tribuna al Minerao perché fatica a camminare. La Fifa, per questa semifinale, ha scelto l’arbitro peggiore, il messicano Rodriguez che Prandelli, Marchisio e Chiellini conoscono benissimo dopo la performance del nuovo Moreno a Natal nella terza e ultima partita dell’Italia contro l’Uruguay: rosso esagerato al centrocampista, ignorato il morso di Suarez al difensore e azzurri a casa. Nessun tedesco nomina il direttore di gara, ma Hans Flick, il vice di Loew, sembra preparato al peggio: «In questo mondiale viene tollerato molto il gioco duro. E i brasiliani, malgrado la loro tradizione, puntano molto sull’agonismo, giocando spesso al limite del regolamento. Speriamo che sia una partita corretta». Anche Schweinsteiger non si fida: «Togliamoci dalla testa che affronteremo un gruppo di artisti. Il Brasile ha cambiato stile di gioco e so che il confronto sarà duro fisicamente. A me piace lo scontro leale in campo, ma qui ho visto interventi troppo duri». Mueller fa finta di niente: «Noi vogliamo tornare al Maracanà». Klose spera di essere ancora titolare: la Germania ripartirebbe dalla gara con la Francia. Se il ct tedesco non cambia, Scolari prepara tre novità: Dani Alves, Dante e Luiz Gustavo. Promosso capitano David Luiz, al posto dello squalificato Thiago Silva, l’altro grande assente.

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