Renzi lancia la sfida all’ Europa
Il discorso che terrà Jean Claude Juncker il 15 luglio, giorno dell’insediamento a presidente della Commissione, sarà la cartina di tornasole che Renzi attende per capire se hanno prodotto qualche effetto i suoi “assalti” al rigore teutone. Non si attende certo dei varchi il presidente del Consiglio, ma il documento programmatico messo a punto da Van Rompuy intende portarlo con sé il giorno dopo, quando a Bruxelles i Ventotto inizieranno a discutere delle deleghe dei Commissari, del ruolo di “ministro” degli esteri Ue e del presidente dell’Eurogruppo.
L’obiettivo della crescita, che ieri Giorgio Napolitano ha definito «ormai imperioso», si ottiene per Renzi attraverso quella flessibilità che lo stesso patto di stabilità e crescita prevede. La battaglia è solo all’inizio e Renzi, mentre tiene saldo il rapporto con Angela Merkel, intende lavorare per costruire un fronte che permetta di contenere il rigore tedesco che ieri si è arricchito dei moniti del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble e del presidente della Bundesbank Jens Weidmann. E’ per questo che lo scontro sulla distribuzione delle deleghe ai commissari sarà durissimo. A cominciare dalla scelta del successore di Olli Rehn agli affari economici e monetari che i socialisti europei, a trazione renziana, intendono sfilare alla Finlandia che da dieci anni custodisce la delega per conto di Berlino.
L’attacco a Strasburgo del capogruppo del Ppe, il tedesco Weber, all’Italia ha creato più di una tensione nel gruppo dei popolari. Forte del plauso di Berlusconi per come ha affrontato lo scontro con i tedeschi, Renzi intende sfruttare tale ritrovata compattezza dei parlamentari italiani e sta lavorando per convocare a Roma una riunione di tutti gli eletti a Bruxelles, prima del prossimo Consiglio Europeo.
PREVISIONI
La riunione di due ore avuta con il ministro Padoan è servita per preparare il bilaterale con la Commissione Ue di domani e l’Ecofin della prossima settimana. La necessità di una manovra correttiva che molti analisti prevedono è stata sbertucciata dal premier al ”grido”, «ma se non azzeccano una previsione da anni!».
D’altra parte il presidente del Consiglio intende combattere la sua battaglia avendo le carte in regola sia politicamente che economicamente. E’ per questo che ieri ha detto ”no” a Berlusconi che gli chiedeva il via libera alla commissione d’inchiesta che avrebbe dovuto certificare il ”golpe” che Berlino avrebbe ordito ai danni del Cavaliere per scalzarlo da palazzo Chigi. Il ruolo di leader della sinistra europea che Renzi intende assumere passa per un’intesa sempre più stretta con i paesi mediterranei (Francia, Spagna, Grecia e Portogallo), per una mano tesa a Londra, ma non certo per l’isolamento di Berlino.