Nola, acqua negli scantinati di via Polveriera: pericolo innalzamento della falda
Nola – Ormai sono sempre più frequenti le segnalazioni che riguardano la presenza di acqua negli scantinati nella zona di via Polveriera. Così come acqua stagnante è ormai presente nel sottopasso della stessa strada dove alcuni giorni fa, il conducente di un’automobile e sua figlia sono rimasti intrappolati. L’acqua aveva raggiunto quasi una cinquantina di centimetri e solo grazie all’intervento di alcuni automobilisti sono riusciti a salvarsi.
Nel caso del sottopasso è possibile che le recenti “bombe d’acqua”abbiano potuto danneggiare le pompe idrovore. Ma la mappa delle piccole e grandi presenze di acqua fanno pensare ad un fenomeno più esteso e più grave.
Molti cittadini infatti segnalano come di giorno in giorno vedono salire in cantine e scantinati il livello dell’acqua. Ad essere interessate sono soprattutto le zone di via Polveriera e Boscofangone. Il timore è che ci si trovi di fronte ad un fenomeno esteso e al tempo stesso complesso, ricollegabile all’innalzamento della falda acquifera.
Negli anni scorsi la circostanza sembrava riguardare solo alcuni luoghi – simbolo come il villaggio preistorico prima e l’anfiteatro romano poi. Ed invece, come qualcuno temeva, le “avvisaglie” che hanno colpito i siti di interesse storico – artistico in questione potrebbero essere solo la testimonianza di uno squilibrio idrogeologico in atto.
Eppure studi anche da parte della Soprintendenza sono stati fatti, così come da parte della Regione Campania. Al momento però le vere cause dell’innalzamento della falda non sono note. Si è solo consapevoli che il livello sta salendo e che prima o poi, così come accaduto in altre epoche storiche, tornerà ad abbassarsi. Ma quando? E nel frattempo cosa si fa? A queste domande non si è ancora riusciti a dare una risposta. Anche le varie soluzioni tecniche ipotizzate si sono al momento presentate poco realizzabili sia sotto il piano economico che su quello della concreta efficacia. Del resto il problema non è da poco, visto che il flusso di acqua è costante e di grossa portata. Lo stesso Sovrintendente Giuseppe Vecchio qualche settimana fa aveva evidenziato la gravità dell’innalzamento della falda per tutta la piana dell’area nolana. “Al momento – dichiarò il sovrintendente Vecchio – non si conoscono le cause di questo innalzamento. Occorre l’istituzione di un comitato tecnico-scientifico per il monitoraggio dell’assetto idrogeologico della zona, della raccolta delle acque piovane nei regi lagni e soprattutto degli effetti dei possibili insediamenti industriali e commerciali nella zona di Boscofangone”. Nell’ultimo mese la falda acquifera pare si sia innalzata di circa un metro e mezzo. “Basti pensare – dichiarò ancora Vecchio – che i vigili sommozzatori archeologi per l’interramento del Villaggio Preistorico hanno incontrato grosse difficoltà per la presenza nell’acqua di molti colibatteri”.
Alla luce degli ultimi accadimenti sembrano essere stati smentiti tutti coloro che privi di qualsiasi conoscenza del problema avanzavano soluzioni di semplice attuazione puntando l’indice solo sull’inerzia delle istituzioni.
Da parte sua, l’amministrazione comunale benché non competente in materia ha sempre più volte sollecitato tavoli istituzionali tra Soprintendenza e Regione Campania affinché si prestasse la dovuta attenzione al problema. Alla vigilia del Biancardi bis la vicenda assume ancor più una stretta attualità che in continuità con quanto fatto in passato sarà portato al vaglio degli organi competenti. Oggi l’intera vicenda non sembra più riguardare solo la tutela di qualche importantissimo sito archeologico bensì l’incolumità collettiva.