Aria condizionata: come utilizzarla per non ammalarsi

L’afa estiva inizia a farsi sentire e, per chi è costretto in città lontano dal fresco del mare o della montagna, l’unica soluzione per arginare le ripercussioni del caldo eccessivo sull’organismo sembra essere il condizionatore.

L’aria condizionata, spesso demonizzata, non è dannosa di per sé: l’equilibrio tra benefici e danni è dato dall’uso che si fa di questo elettrodomestico.

La corretta manutenzione è una condizione imprescindibile per l’utilizzo: i filtri, infatti, devono essere cambiati una volta all’anno e lavati ogni quattro mesi con acqua e alcol (ogni due mesi se in casa vivono anziani, bambini o soggetti allergici), perché ricettacolo di allergeni, spore di muffa e microrganismi infettivi.

Per difendersi dai pollini, inoltre, ci si deve dotare di un filtro antipolline, posto all’esterno sul motore del condizionatore. Le muffe, invece, tendono a formarsi nelle bacinelle per l’acqua raccolta col deumidificatore. Bisogna quindi svuotarle settimanalmente ed eventualmente pulire i contenitori con prodotti mirati.

Stesse accortezze per l’utilizzatissimo condizionatore in auto: i filtri devono essere regolarmente puliti e cambiati ed è fondamentale per chi soffre di allergia accertarsi che sia montato anche il filtro antipolline. L’uscita dell’aria fredda, poi, non deve mai essere rivolta verso il corpo, ma direzionata verso il sedile del passeggero se viaggiamo da soli oppure diretta verso i vetri.

Per dormire bene, l’ideale è accendere il condizionatore qualche ora prima di andare a dormire e spegnerlo quando si va a letto, oppure mantenerlo acceso nei locali adiacenti alla stanza da letto, come il corridoio, e tenere aperte le porte per permettere all’aria fresca di circolare.

In ogni caso, la regola principale da seguire è quella dei 5 gradi di differenza tra la temperatura esterna e quella impostata sul condizionatore.

«Gli sbalzi di temperatura eccessivi sono, infatti, deleteri per il nostro organismo e possono favorire raffreddori, bronchiti e tracheiti, ma anche reazioni infiammatorie a carico dell’apparato osteomuscolare – spiega la dottoressa Francesca Puggioni, specialista in Malattie dell’apparato respiratorio di Humanitas Research Hospital di Milano -. Attenzione, poi, a non piazzarsi direttamente sotto il getto del bocchettone: il rischio altrimenti è quello d’incappare in fastidiosi torcicolli, dolori cervicali e mal di testa».

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