Balotelli incubo dei tifosi inglesi
«Doveva essere lui», titola il Sun; «Ma perché sempre lui», invece il Mirror. Parafrasando Balotelli.
Quell’«Why always me», perché sempre io, è una specie di marchio di fabbrica. Zitti, ve ne abbiamo fatti due, l’immagine di Mario a fine partita, un click che ha fatto il giro del mondo e ha esaltato ancor di più i brasiliani, tifosi dell’Italia e soprattutto i suoi scatenati fans. Perché questa passione? Perché si fa i capelli strani, porta i medaglioni al collo, braccialetti, anelli, orecchini e tocca il pallone come un brasiliano.
E’ il Neymar dell’Italia, per i ragazzini di Rio è diventato un modello e molti di questi ragazzi, ai loro lunghissimi nomi, hanno aggiunto anche quello di Balotelli. Una celebrità, l’idolo di tutti, incubo per gli inglesi, che sui giornali hanno pure sottolineato la differenza tra Balotelli e Rooney: Wayne contro l’Italia ha giocato la prima partita del suo terzo mondiale, zero gol all’attivo; Mario nella prima del suo primo campionato del mondo ha fatto subito gol. Proprio gli inglesi, poi.
Ai suoi amici, perché in Inghilterra è ancora apprezzato, dai suoi colleghi e da tanti fans, non solo a Manchester. Il problema durante l’avventura in Premier sono stati i tabloid, che non lo hanno mai lasciato in pace. E lui ne ha anche combinate, però. Adesso gli ha dato un dispiacere, non vedeva l’ora. Bravo Balotelli, ma qualche critica consiglio se l’è beccata. Su tutti da De Rossi e Prandelli. Il primo gli ha detto che non fa i movimenti dell’attaccante, il secondo che può e deve migliorare.
IL FESTEGGIAMENTO CHE VERRA’
Gol e silenzio. Solo un mezzo sorriso accennato, braccia larghe, pronte ad accogliere la gioia dei compagni. Nessun urlo, nessuna esultanza sfrenata per il suo tredicesimo gol in Nazionale, non proprio una rete qualsiasi. In questo è poco brasiliano, il suo istinto non è libero. «Mi vedrete esultare come un pazzo quando farò gol in una finale mondiale». E’ agli atti, lo disse un po’ di anni fa, quando era ancora un giocatore dell’Inter. Una specie di promessa a se stesso, conseguenza di quel broncio che si porta dietro da sempre, ma che nasconde, racconta chi lo conosce bene, un’anima da bonaccione. Chissà se lo vedremo mai esultare.
La finale di un Mondiale non è un treno che passa spesso, ci devi arrivare e devi fare gol. Quel giorno non è ancora arrivato, ma almeno il Mondiale sì e questa è l’unica strada per giocare una finale. Ma come sarà Balotelli che esulta al traguardo di un Mondiale? La possibilità di vederlo c’è. «Ci sono squadre molto forti qui in Brasile, ma dopo la partita con l’Inghilterra, tutti dovranno temerci. Possiamo arrivare fino in fondo, a patto che non ci facciamo prendere dall’esaltazione. Altrimenti non andremo da nessuna parte», ha ammesso Mario dopo la partita.
Balotelli non vedeva l’ora di dedicare il gol alla sua amata Fanny, la donna che gli ha messo la testa a posto e che era allo stadio di Manaus con la sua maglietta. Il ragazzino ha studiato per diventare uomo, adesso pare abbia trovato la maestra giusta. Il Balotelli innamorato piace di più, lo rende meno freddo, meno burbero.
Il bacio verso la tribuna dopo la rete del successo, qualche giorno prima la promessa di matrimonio twittata al mondo, i post di foto su Instagram, in cui accenna anche un sorriso mentre mostra la coppa premio ricevuta come migliore in campo nella sfida di Manaus. Ieri la giornata è stata dedicata al relax di coppia: pranzo insieme, spiaggia, passeggiata, amoreggiamenti vari. E qualche tweet: di Manaus dell’alto e della sorella.