Papa Francesco: non è facile riformare la Curia

«Segreteria e Consiglio per l’economia – ha detto oggi il Papa – rappresentano la consapevolezza della Chiesa della sua responsabilità di tutelare e gestire con attenzione i propri beni alla luce della sua missione di evangelizzazione, con particolare premura per i bisognosi. Non uscire da questa strada: trasparenza, efficienza».

Il Papa: riforma della Curia perché serva meglio il Vangelo.«Una nuova mentalità di servizio evangelico dovrebbe stabilirsi nelle varie amministrazione della Santa Sede – ha detto Bergoglio incontrando il Consiglio per l’economia – La necessaria riforma della Curia romana è finalizzata a meglio servire la Chiesa e la missione di Pietro».

Il tweet: nessuno è più paziente di Dio. «Nessuno è più paziente di Dio Padre; nessuno comprende e sa aspettare come Lui» ha scritto Francesco in un tweet.

«Riforma non facile, richiede coraggio». «Il percorso della riforma della Curia non sarà semplice e richiede coraggio e determinazione – dice il Papa – Una nuova mentalità di servizio evangelico dovrebbe stabilirsi nelle varie amministrazioni della Santa Sede. E’ una sfida notevole che richiede fedeltà e prudenza».

Il Papa ai calciatori: fattore economico inquina tutto, serve responsabilità sociale. Il Papa ha incontrato il mondo del calcio lanciando un forte monito: stop alla logica affaristica, va recuperata la dimensione della festa. «Oggi il calcio si muove in un grande giro di affari, per la pubblicità, le televisioni… Ma il fattore economico – sottolinea il Papa – non deve prevalere su quello sportivo, perché rischia di inquinare tutto, sia a livello internazionale e nazionale sia a livello locale».
Occasione del monito, l’udienza in Vaticano con le squadre della Fiorentina e del Napoli, finaliste della Coppa Italia, e alle delegazioni della Federcalcio e della Lega di serie A. Bergoglio, rivolgendosi ai dirigenti, ha evidenziato la loro responsabilità sociale. «Il calcio in Italia, come in Argentina e in altri Paesi – ha detto – è un fatto sociale e richiede una responsabilità sociale, da parte dei calciatori, sul campo e fuori dal campo, e da parte dei dirigenti nazionali e locali».

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