Papa Francesco chiede perdono per gli abusi sui minori perpetuati dal clero
«Mi sento chiamato a farmi carico» e «a chiedere perdono» per il male che alcuni sacerdoti «hanno compiuto, per gli abusi sessuali sui bambini». Lo ha detto il Papa assicurando – riferisce Radio Vaticana – che non verrà fatto nessun «passo indietro» nel «trattamento di questo problema» e nelle «sanzioni».
Il Papa ha parlato dei bambini nell’udienza all’Ufficio Internazionale Cattolico dell’Infanzia. «Ai nostri giorni è importante portare avanti i progetti contro il lavoro-schiavo, contro il reclutamento dei bambini-soldato e ogni tipo di violenza sui minori, ha detto ringraziando i rappresentanti dell’organismo che si occupa dei minori per il loro impegno. «È una espressione concreta e attuale – ha detto a loro il Papa – della predilezione che il Signore Gesù ha per loro».
La riflessione è partita innanzitutto – riferisce Radio Vaticana – dagli abusi commessi su minori da esponenti della Chiesa. «Mi sento chiamato a farmi carico» e «a chiedere perdono» – ha detto Papa Francesco – per tutto il male che alcuni sacerdoti «hanno compiuto, per gli abusi sessuali sui bambini».
«La Chiesa è cosciente di questo danno! È un danno personale e morale loro… ma di uomini di Chiesa! E noi non vogliamo compiere un passo indietro in ciò che riguarda il trattamento di questo problema e le sanzioni che devono essere comminate. Al contrario credo che dobbiamo essere molto forti! Con i bambini non si gioca!».
«L’aborto e l’infanticidio sono delitti abominevoli»: sono parole del Concilio Vaticano II pronunciate oggi da Papa Francesco nell’udienza con il Movimento per la Vita. Il Papa ha poi parlato a braccio: «Abbiamo parlato dei bambini: ce ne sono tanti! Ma io vorrei anche parlare dei nonni, l’altra parte della vita! Perché anche noi dobbiamo curare i nonni, perché i bambini e i nonni sono la speranza», riferisce Radio Vaticana.
Erano presenti all’udienza quasi 500 persone, con tanti piccoli e piccolissimi in braccio ai genitori. Pensavo di «essere entrato in un Kindergarten», aveva scherzato al suo arrivo in Sala Clementina Papa Francesco. Poi ha raccontato un fatto capitatogli anni fa, incontrando dei medici: «Uno mi ha chiamato da una parte. Aveva un pacchetto e mi ha detto: “Padre, io voglio lasciare questo a lei. Questi sono gli strumenti che io ho usato per abortire. Ho trovato il Signore, mi sono pentito, e adesso lotto per la vita!”. Mi ha consegnato tutti questi strumenti. Pregate per quest’uomo bravo!».
«La vita umana è sacra e inviolabile», ha ribadito il Papa, ringraziando Il Movimento per la vita per la promozione e la difesa della vita umana «fin dal suo concepimento». «Il nascituro nel seno materno è l’innocente per antonomasia» ha aggiunto il Papa, invitando a impegnarsi perché «ogni donna si senta considerata come persona, ascoltata, accolta, accompagnata».
«Ogni diritto civile – ha detto il Papa nell’udienza al Movimento per la Vita – poggia sul riconoscimento del primo e fondamentale diritto, quello della vita, che non è subordinato ad alcuna condizione, né qualitativa né economica né tanto meno ideologica». Ripetendo poi le parole già usate nella sua esortazione apostolica Evangelii Gaudium, Bergoglio ha detto: «Così come il comandamento “non uccidere” pone un limite chiaro per assicurare il valore della vita umana, oggi dobbiamo dire no a un’economia dell’esclusione e della inequità. Questa economia uccide. Si considera l’essere umano come un bene di consumo che si può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello “scarto” che, addirittura, viene promossa».
Per il Papa «uno dei rischi più gravi ai quali è esposta la nostra epoca è il divorzio tra economia e morale, tra le possibilità offerte da un mercato provvisto di ogni novità tecnologica e le norme etiche elementari della natura umana, sempre più trascurata». «Occorre pertanto ribadire – ha sottolineato con forza papa Francesco – la più ferma opposizione a ogni diretto attentato alla vita, specialmente innocente e indifesa e il nascituro nel seno materno è l’innocente per antonomasia».
«Occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva. Continuando a maturare in relazione alla mascolinità e alla femminilità di un padre e di una madre», ha poi sottolineato il Papa.
«Vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio», ha detto ancora Francesco, sottolineando che «gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti».