La spesa alimentare degli italiani a causa della crisi è tornata indietro di oltre 30 anni, sui livelli minimi del 1981, ed è cambiata anche la composizione della spesa in seguito alla necessaria ‘spending review’ anche a tavola. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat. La crisi – sottolinea la Coldiretti – ha fatto retrocedere il valore della spesa alimentare per abitante, che era sempre stato tendenzialmente in crescita dal dopoguerra e fino a raggiungere l’importo massimo nel 2006, per poi crollare progressivamente ogni anno e forse non si è ancora toccato il fondo. La situazione – continua la Coldiretti – si è infatti aggravata nel 2013: le famiglie italiane hanno tagliato incisivamente sulla spesa per l’alimentazione, dal pesce fresco (-20%) alla pasta (-9%), dal latte (-8%) all’olio di oliva extravergine (- 6%) dall’ortofrutta (- 3 per cento) alla carne (-2%), mentre aumentano solo le uova (+2%), sulla base dell’analisi della Coldiretti su dati Ismea relativi al primi undici mesi. L’andamento della spesa riflette la tendenza a privilegiare l’acquisto di materie prime di base come miele (+12%), farina (+7%), uova (+5%) ma anche dei preparati per dolci (+6%), nella direzione di un ritorno al fai-da-te in cucina. Al contempo, è crollo per i cibi pronti, come le merendine (-3%) o i gelati (-7%).