Nola, consiglio comunale: precisazione del presidente Pizzella

Nola – In merito all’articolo pubblicato su varie testate giornalistiche on-line dal titolo: “Caos politico a Nola. Il vicepresidente del Consiglio si dimette: “Il presidente denunciato da un dipendente rovina la nostra credibilità. Biancardi si schieri”, il presidente del consiglio comunale Francesco Pizzella precisa quanto segue.

“È mia opinione che chiunque sia chiamato dai cittadini a ricoprire cariche pubbliche abbia un preciso dovere sia civico che istituzionale di vigilare sulla osservanza da parte dei dipendenti comunali degli obblighi connessi alle funzioni che essi sono chiamati a svolgere. In tal senso ho, da sempre, inteso svolgere il mandato popolare.

Non è mia intenzione farmi trascinare dal consigliere comunale Raffaele Casilli in una sterile polemica che ha il solo scopo di danneggiare la mia immagine personale in vista della prossima competizione elettorale. Intendo, però, reagire ad una precisa strategia di mistificazione che è stata messa in atto per travisare l’unica realtà degli accadimenti, che mi vede quale persona aggredita nelle stanze del Palazzo di Città. La rappresentazione dei fatti non può prescindere dalla sua completezza, se lo scopo è quello di comunicare e di non fare polemica e, in questa vicenda, l’obiettività di giudizio e di quanto accaduto, da parte del consigliere Casilli, è, ahimè, stata compromessa dallo stretto rapporto di parentela che ha con il mio aggressore, dettaglio che ritengo importante e finora sottaciuto.

Con la massima serenità attendo che le indagini da parte dell’autorità giudiziaria e degli organi interni all’amministrazione comunale accertino chi ha provocato gli accadimenti e di chi sono le responsabilità.

Per la mia dignità e per il rispetto dovuto alla Città di Nola ed alle sue cariche istituzionali, non permetterò che, in alcun modo, le ragioni del vincolo di sangue, in questa vicenda, possano sovvertire la realtà dei fatti e non consentirò a nessuno di offuscare il mio onore personale e la mia irreprensibilità istituzionale”.

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