Terra dei fuochi, intervista a Gennaro Esposito delegato Federazione Assocampaniafelix
Nola – Prima di tutto potresti illustrare quelli che sono un pò i cenni storici le finalità e i contributi culturali e sociali della Federazione di associazioni ambientaliste “AssoCampania Felix”?
“La battaglia ambientalista campana nasce alla fine degli anni settanta con Legambiente e WWF, dopo le prime segnalazioni di inquinamento doloso ad opera delle ecomafie.
L’area nolano-acerrano-mariglianese è statala prima area della Campania ad essere interessata negli anni 80 dagli sversamenti di sostanze tossico-nocive di natura industriale portate dal Nord da questi imbecilli criminali. Si calcola in circa 800 mila tonnellate di materiale sversato nelle nostre campagne, pari a 410 mila TIR che hanno invaso la Campania Felix da Nola a Castel Volturno in provincia di Caserta. Dal 2006,l’esigenza di tutelare la salute e l’ambiente dall’attacco delle ecomafie, ha indotto alcuni di noi cittadini a fondare la nostra organizzazione, che è completamente volontaria e gratuita,e che si compone di circa venti associazioni eco-culturali del territorio. Ci occupiamo di formazione ambientale e sanitaria, sensibilizzazione alla cittadinanza, pubbliche relazioni con Enti pubblici e privati e denunce alle autorità di reati ambientali. La nostra Federazione ha aderito nel 2012 al Forum Ambiente Area Nolana e al Coordinamento Comitati Fuochi”.
L’argomento “Terra dei Fuochi” è ormai all’ordine del giorno, ma da come si evince dalle famose e scottanti dichiarazioni del pentito Schiavone, il tutto affonda le proprio radici già negli anni 80. Quali sono le tue riflessioni a riguardo?
“Il pentito Schiavone riporta fatti e circostanze già noti agli inquirenti da anni. Bisogna capire perché lo dice pubblicamente solo adesso. Io mi son fatto l’idea che queste dichiarazioni sono funzionali agli appalti per le bonifiche che i politici compiacenti daranno alle ditte vicine ai camorristi come Schiavone.Noi di Assocampaniafelix, invece, siamo per dare al Genio Militare le operazioni di bonifica. Si procederebbe senza trucchi e soprattutto non si coinvolgerebbero le ditte vicino alla camorra”.
Le istituzioni sapevano tutto, ma cosa hanno fatto di concreto?
“Le istituzioni sapevano tutto, ma non hanno fatto nulla di concreto per prevenire il disastro ambientale in Campania. Solo qualche magistrato ‘eroico’ si è mosso, ma subito è stato ‘promosso’ per impedirgli discoprire il resto della cricca”.
Quale è la situazione dal punto di vista clinico? Cioè malattie come tumori ed altre,visto che sei anche un medico?
“Allo stato la mortalità per cancro è aumentata di circa il 40% in vent’anni nelle province di Napoli e Caserta, mentre esiste un eccesso di incidenza per alcuni tumori negli ultimi 10 anni: vescica, prostata e colon-retto per i maschi, mammella e colon-retto per le femmine. Questa impennata della mortalità non può, a nostro avviso, essere legata solo agli stili di vita ed all’inquinamento atmosferico in genere, ma anche agli sversamenti di sostanze tossico-nocive nei terreni, nell’aria e nelle falde acquifere, con contaminazione della catena alimentare. Anche l’eccesso di malformazioni e tumori infantili fa vedere un’impennata sospetta”.
Ora è troppo tardi per rimediare a tutto ciò? E cosa pensi delle bonifiche che si potrebbero fare sia dell’aria, dell’acqua che del suolo e quali sarebbero i tempi?
“Non è mai troppo tardi per rimediare, ma dobbiamo fare presto. Ci vorranno almeno 25 anni se cominciamo a bonificare almeno le discariche più inquinanti. Sono una decina in provincia di Napoli e Caserta. Una volta bonificate almeno queste, dobbiamo passare a catalogare terreni e pozzi di irrigazione per rendere sicuri i nostri prodotti agricoli, che restano i migliori al mondo”.
Possiamo definire la Campania – prima era considerata il paradiso dell’agricoltura – come la Chernobyl d’Italia? Cosa potremmo fare noi cittadini, affinché si inverta questa macabra situazione?
“Si, siamo come Cernobyl se non peggio. Peggio di Seveso e di Caffaro, due siti italiani famosi, inquinati dalla diossina. La pianura campana è l’unico esempio al mondo di ‘grande esperimento’ naturale d resistenza ai tossici ambientali. Qui si metterà alla prova la resistenza dei nostri geni agli insulti epigenetici causati dalla sostanze tossico-nocive. I cittadini debbono avere stili di vita consoni, fare prevenzione, sottoporsi alle analisi e restare informati”.
Infine, non so…se hai qualche tua riflessione a riguardo oppure un messaggio che vorresti dare a riguardo.
“La riflessione è questa: noi dobbiamo continuare a sensibilizzare la gente sui temi dell’ambiente per due motivi:
le sostanze tossico-nocive causano alterazioni dei nostri geni che si trasmettono ai figli; 2) per alcune sostanze (diossine) i tempi di eliminazione dall’organismo sono lunghi (15-20 anni), ma solo se non ci alimentiamo più con cibi contaminati.Dobbiamo esigere, per questo, dalle autorità: controllo dei traffici illeciti;bonifiche dei principali siti contaminati; analisi cliniche della popolazione esposta ai tossici; pene severe (delitto ambientale) per gli imbecilli inquinatori”
di Giuseppe De Sena