Juve allunga, 3-1 all’Inter

Per la Juventus, il più grande spettacolo dopo il mercato è incontrare l’Inter sul campo e schiantarla senza appello: 3-1, al di là di tutte le polemiche, la parole e i veleni seguiti a quel pasticciaccio brutto che è stato l’affare Vucinic-Guarin. Veleni che, a Torino, hanno avuto anche uno strascico (isolato) fuori dallo stadio: prima della partita il pullman dell’Inter è stato colpito sulla sua fiancata destra da un sasso mentre arrivava allo Stadium. “Teppisti” ha commentato la Juventus. La polizia ha fermato quattro persone. L’ad juventino, Beppe Marotta, informato dell’episodio ha invitato tutti ad “abbassare i toni”. Ma il derby d’Italia, da che Juve e Inter esistono, è così: da sempre il fuoco della competizione più accesa cova sotto la cenere delle (apparenti) buone maniere imposte dalla diplomazia tra i club. Una rivalità da derby italiano che, in questo 2014, il mercato ha di nuovo riacceso. E che, dopo l’1-1 dell’andata, ha visto trionfare sul campo la superiorità della Juventus. Che ora ha 9 punti di vantaggio sulla Roma, con una partita in più.

Conte, privo di Buffon e con Storari in porta, per la partita contro l’Inter aveva scelto di schierare la formazione migliore: il trio Barzagli-Bonucci-Chiellini in difesa; a centrocampo il duo Pirlo-Pogba; in avanti la coppia Llorente-Tevez. In tribuna, a firmare i primi autografi in bianconero, Pablo Osvaldo. Mazzarri invece si era affidato alla formazione che in questa fase del campionato gli sembra dare più fiducia: Juan Jesus, Rolando e Campagnaro in difesa; centrocampo affidato alla regia di Kovacic, con Kuzmanovic in copertura; in attacco fiducia alla coppia Palacio-Riki Alvarez. Date queste impostazioni, la Juventus ci ha messo un quarto d’ora a passare in vantaggio. Lo ha fatto con Lichsteiner al 15′, con una bella torsione di testa su impeccabile lancio di Pirlo, vero architetto del gioco bianconero. L’Inter per tutto il primo tempo è riuscita a rendersi pericolosa in una sola occasione, al 41′, quando Palacio ha calciato alto da buona posizione. Per il resto è stato un monologo Juve, con conclusioni ripetute di Tevez e Asamoah neutralizzate dall’ottimo Handanovic, il migliore dei nerazzurri. La ripresa si è aperta con il definitivo uno-due juventino: al 47′, approfittando di una mischia, è andato a segno Chiellini; nove minuti dopo, al 56′, è stato Vidal ad approfittare di una seconda mischia. Tre a zero nel giro di una sessantina di minuti. Il resto è stata accademia, con la Juventus a controllare la gara, e l’Inter a cercare spiragli di un’identità perduta. Mazzarri ha voluto far debuttare D’Ambrosio, subentrato al 58′ ad uno spento Jonathan. Il neoacquisto si è perso tra i fischi impietosi volati dagli spalti verso tutti i nerazzurri, fatti salvi Palacio, Handanovic, e Rolando, che al 72′ in mischia ha segnato il gol del definitivo 3-1. In casa Juventus, invece, applausi collettivi, con l’architetto Pirlo su tutti. Vucinic, subentrato nel finale a Llorente, seppur accolto da applausi e fischi, ha fatto in tempo al 92′ a colpire un palo.

 

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