Processo Ragosta, l’imprenditore condannato a otto anni
Nola – In data odierna si è concluso, innanzi al Giudice monocratico del Tribunale di Nola, il dibattimento nei confronti del noto imprenditore di Ottaviano Francesco Ragosta, inserito in un più vasto gruppo imprenditoriale di carattere familiare, impegnato originariamente nel settore del recupero di materiali ferrosi, poi in variegate attività imprenditoriali a livello nazionale nei più vari settori (alimentare, immobiliare ed alberghiero). Il processo ha visto il Ragosta imputato per diversi delitti di frode fiscale e si è concluso con la condanna del medesimo alla pena di otto anni di reclusione. E’ stata inoltre disposta la confisca del complesso industriale sito in Palma Campania per un valore di oltre un milione di euro, nonché di svariate quote societarie e di conti correnti, già oggetto di sequestro per equivalente. Sono state così integralmente accolte le richieste che il P.M. aveva formulato all’esito di un articolato dibattimento. L’indagine nei confronti del Ragosta aveva tratto origine da una verifica fiscale eseguita dalla Guardia di Finanza – Compagnia di Ottaviano – nei confronti della Sidertrans sas, avente sede in Palma Campania (NA), società operante nel settore del commercio di rottami ferrosi. Essa ha consentito di porre alla luce l’esistenza di una frode fiscale per trentadue milioni di euro, realizzata mediante un sistema articolato posto in essere da Ragosta Francesco. Questi, nel corso del tempo (almeno dall’anno 2004), come riconosciuto dalla sentenza di condanna, si è avvalso dell’opera di numerose società cartiere facenti capo a soggetti compiacenti per realizzare l’evasione fiscale, mediante dichiarazione di passivi fittizi, successivamente appropriandosi di notevolissime risorse sociali. L’istruttoria dibattimentale, nel corso delle quale i testi di polizia giudiziaria ed i consulenti tecnici hanno esposto i risultati della loro attività, ha evidenziato che il Ragosta, utilizzando dei sofisticati artifici contabili, annotava in contabilità ed utilizzava in sede di dichiarazione fatture per operazioni inesistenti, ammantando di formale regolarità dette operazioni. Ciò avveniva realizzando flussi finanziari giustificativi delle operazioni, la cui natura fittizia è stata smascherata solo grazie alle laboriose e pazienti indagini i cui esiti sono confluiti nell’ attività dibattimentale. Sono infatti stati ricostruiti i flussi finanziari con cui le provviste, che apparentemente erano state utilizzate per pagare le forniture indicate nelle false fatture, tornavano poi nella disponibilità del Ragosta. I soggetti coinvolti nelle indagini curavano che vi fosse un passaggio di denaro ufficiale tra la Sidertrans – ricevente le fatture – e la società di volta in volta coinvolta, salvo però assicurare anche il “rientro”- questa volta occulto – al Ragosta di tali somme. Questo meccanismo consentiva di amplificare gli effetti delle attività illecite, in quanto idoneo a consentire o il reimpiego delle somme, frutto di evasione, in ulteriori, svariate attività fiscalmente elusive – quali ad esempio acquisti o finanziamenti in nero – o la possibilità per il Ragosta di utilizzare le provviste per esigenze personali, estranee ai fini sociali.Oltre all’utilizzo di fatture inesistenti emesse da società cartiere, i comportamenti fraudolenti posti in essere hanno riguardato anche la falsificazione materiale delle sottoscrizioni apposte su un copioso numero (circa 60mila) di documenti fiscali, cosiddette autofatture, utili per giustificare gli acquisti di materiale ferroso da parte della Sidertrans SAS presso i cosiddetti piccoli raccoglitori, soggetti esenti da ogni obbligo fiscale. L’eccezionale gravità delle condotte ascritte al Ragosta Francesco avevano reso necessaria l’adozione, nei suoi confronti, della misura più grave della custodia cautelare in carcere, successivamente revocata per il solo venire meno delle esigenze cautelari. La sentenza odierna ha confermato la validità dell ‘impostazione accusatoria e la solidità dell’attività investigativa svolta, arricchita da nuove acquisizioni effettuate nel corso del processo sotto la direzione del Tribunale, e sottoposta ad uno scrupoloso vaglio nel corso del dibattimento.