Alfano: rimpasto? Tutti lo vogliono nessuno lo dice
«Sul rimpasto c’è una grande ipocrisia: tutti lo vogliono nessuno lo dice. In realtà le spinte per il cambiamento di alcuni ministri ci sono. Letta rientrerà oggi dal Messico e dovrà assumersi il peso, l’onere e la fatica di trovare la composizione». Angelino Alfano mette le cose in chiaro sul principale nodo del governo e intervistato dal direttore di Radio Rai Uno, Antonio Preziosi, a «Radio Anch’io», non manca di perpetuare lo scontro in atto con Matteo Renzi.
Stoccata al Pd. «Ma la principale delle questioni è all’interno del Pd, facciano chiarezza su tutto: si riuniscano e decidano una volta per tutte se riconoscono il presidente del Consiglio e se lo riconoscono lo aiutino. Se non lo riconoscono facciano una proposta alternativa al Paese», ha aggiunto il segretario del Ncd.
È pronto a lasciare uno degli incarichi che ricompre in caso di rimpasto? «Sono a stipendio unico e a fatica multipla», ha poi risposto dopo aver elencato i risultati conseguiti dal suo dicastero anche in termini di cattura di pericolosi latitanti, ha aggiunto: «Abbiamo lavorato bene al Viminale, ed è un lavoro da portare avanti e proseguire per il bene del Paese».
La telefonata con Ligresti. «È una telefonata del tutto irrilevante dal punto di vista tecnico. Io non ha mai avuto alcuna preoccupazione sulle intercettazioni: possono pure mettere una microspia tra i neuroni del mio cervello, ma non ho alcuna preoccupazione», ha quindi commentato il caso della telefonata con il costruttore Ligresti.
Botta e risposta con Renzi. Ma l’intervista radiofonica è anche l’occasione per affrontare lo scontro con Matteo Renzi. Il segretario del Pd ha commentato duramente la vicenda della telefonata. «Non ci facciamo dettare l’agenda da nessuno, l’arroganza non paga con gli italiani che hanno sempre pronto in tasca, per le urne, lo spray al peperoncino», è la replica di Alfano. «Renzi è il segretario del Pd, Letta il presidente: è bene che vadano d’accordo per il bene dell’Italia altrimenti il governo va in fibrillazione: non scarichino sull’Italia le competizioni interne al Pd».
Faraone indagato? «Noi siamo garantisti e questo è il nostro stile», ha poi risposto il ministro dell’Interno sul caso che coinvolge l’esponente Pd nell’ambito delle indagini sulle spese pazze in Sicilia. Alfano ha anche detto che l’ex ministro Idem, fosse stato per lui, «poteva rimanere ministro».
La Lega contro il ministro Kyenge? «Noi abbiamo garantito il pieno sostegno al ministro, e siamo contro ogni forma di razzismo, poi potremo dividerci sulle politiche per l’immigrazione…», ha infine commentato il caso della Padania.