Regione Campania: proroga Piano Casa
Il Consiglio Regionale della Campania, nell’ultima seduta del 2013, ha fissato una nuova proroga di 24 mesi del Piano Casa. Pertanto, visto che la scadenza era fissata per l’11 gennaio 2014, ci sarà invece tempo fino all’11 gennaio 2016 per presentare le istanze.
Si tratta dell’ennesima proroga: infatti la Legge Regionale 19/2009, quella che aveva istituito le regole per il Piano Casa in Campania, era stata una prima volta prorogata con la L.R. 1/2011 che fissava come scadenza per le domande di ampliamento degli immobili l’11 luglio del 2012. Con l’entrata in vigore della Legge Regionale 17/2012 la scadenza era stata prorogata di ulteriori sei mesi.
Poi, mentre si avvicinava la scadenza fissata per il 2013, con l’entrata in vigore della Legge Regionale 40/2012 il Piano è stato prorogato ancora di un altro anno.
A seguito della prima proroga erano anche state pubblicate le linee guida per la valutazione della sostenibilità energetica e ambientale degli edifici che, in assenza di una legge specifica in materia, hanno introdotto dei criteri di carattere generale per la progettazione degli edifici in maniera sostenibile.
L’ulteriore proroga di questi giorni, quindi, tenta di dare una boccata d’ossigeno al settore edilizio, fortemente in crisi, incrementando soprattutto gli interventi di recupero del patrimonio immobiliare esistente.
Il Piano Casa della Regione Campania ammette il premio volumetrico per gli ampliamenti o per ledemolizioni e ricostruzioni, non solo per gli edifici residenziali, ma anche per quelli aventi differente destinazione.
Per questo sono state molte le Amministrazioni pubbliche che ne hanno chiesto la proroga al fine di utilizzarlo per l’abbattimento e ricostruzione con premio volumetrico di edifici pubblici fatiscenti e per la riqualificazione di aree industriali dismesse.
La legge sul Piano Campania e le sue successive proroghe hanno destato anche non poche polemiche ed alcuni dubbi interpretativi. Infatti, erano previste inizialmente deroghe alle distanze minime e il ricorso all’autorizzazione paesaggistica semplificata per interventi compiuti in zone sottoposte a vincolo paesaggistico, norme poi abrogate con la finanziaria regionale del 2012.
Contenuti del Piano Casa Campania
Ogni Comune può intervenire sull’applicazione del Piano Casa, individuando nel proprio territorio aree in cui gli interventi non sono consentiti o sono comunque possibili.
Per richiedere l’applicazione del Piano Casa è necessario presentare DIA o Permesso di Costruire mentre il contributo di costruzione da corrispondere è quello ordinario.
Edifici ammessi ed esclusi dal Piano Casa Campania
La legge campana prevede che si possa presentare domanda di ampliamento o sostituzione edilizia con incremento volumetrico per edifici uni – bi familiari, di volumetria comunque non superiore ai 1.500 mc, e con non più di 3 piani fuori terra (escluso l’eventuale sottotetto), anche non ancora ultimati.
Sono esclusi invece gli edifici ricadenti inzona A del Comune (centro storico), a meno che non siano stati ristrutturati negli ultimi 50 anni e quelli ricadenti nelle zone A e B deiparchi regionali e nella zona rossa vesuviana.
Sono esclusi anche gli edifici oggetto divincolo storico – artistico o simile, ma non quelli ricadenti in zone con vincolo paesaggistico, ma con necessità di relativa autorizzazione.
Ancora sono esclusi gli edifici costruiti abusivamente o in difformità dai titoli rilasciati, a meno che non abbiano ottenuto condono secondo le norme vigenti, e gli edifici sprovvisti di accatastamento o domanda di accatastamento.
Altre zone soggette ad esclusione sono:
– aree con vincoli a difesa delle coste marine, lacuali e fluviali;
– aree a tutela di interessi della difesa militare e della sicurezza interna;
– aree individuate a pericolosità idraulica e da frana elevata o molto elevata.
Interventi ammessi dal Piano Casa Campania
Con il Piano Casa Campania è possibile richiedere ampliamenti fino al 20% della volumetria esistente.
Gli interventi devono essere realizzati con materiali e tecniche eco – compatibili, tali da assicurare le prestazioni energetiche previste dalla normativa nazionale e dagli indirizzi regionali.
Tali miglioramenti delle prestazioni energetiche e della compatibilità ambientale dovranno essere certificati dal direttore dei lavori con la comunicazione di ultimazione dei lavori.
Dal punto di vista urbanistico gli edifici interessati non potranno avere mutamenti d’uso, tranne che per le parti non residenziali trasformate in residenziali, e non essere soggetti a cambi d’uso nei successivi 5 anni.
Gli edifici dovranno essere conformi alle norme sulle costruzioni in zone sismiche, rispettare i limiti di distanze fra i fabbricati ed altezze massime consentite e le norme sulle barriere architettoniche.
Nel caso di demolizione e ricostruzione di edificio esistente l’ampliamento è possibile, invece, fino al 35% della volumetria esistente.
Anche in questo caso le regole da rispettare sono le stesse, con in più la possibilità di aumentare il numero di unità abitative purchè la superficie minima sia di almeno 60 mq.
Il Piano Casa Campania ammette il cambio d’uso, ad esempio di edifici agricoli ad uso strumentale in residenziale, anche con demolizione e ricostruzione con cumulo delle volumetrie di più edifici ricadenti in particelle diverse.
E’ consentito anche il cambio d’uso da ufficio ad abitazione, in zone non produttive e per edifici che non abbiano goduto di benefici contributivi. Inoltre il 20% del volume recuperato deve essere destinato ad edilizia convenzionata.
Un altro intervento consentito con il Piano Casa Campania è il recupero a fini abitativi di sottottetti esistenti, con determinate caratteristiche. Più precisamente il Piano Casa estende la possibilità di intervento ai sottotetti costruiti fino all’entrata in vigore della legge (quindi il 2009), mentre prima esso era possibile solo per i sottotetti costruiti entro il 2000.
Per quanto riguarda invece gli interventi di riqualificazione urbanistica i limiti volumetrici per l’ampliamento o la demolizione e ricostruzione sono del 50% del volume esistente degli edifici pubblici.