Duro monito di Napolitano alle Camere nel valutare i decreti

«Massimo rigore» nel decidere l’ammissibilità degli emendamenti ai decreti legge nel corso del loro esame in Parlamento. Lo chiede Giorgio Napolitano in un messaggio alla Camera letto in aula dalla presidente Laura Boldrini. Napolitano prende spunto dalla vicende del dl salva Roma, con i suoi «10 articoli aggiunti per un totale di 90 commi».

Citando il caso del dl Salva Roma, «cui sono stati aggiunti 10 articoli per 90 commi», Napolitano ripropone nella sua lettera ai presidenti delle Camere e al presidente del Consiglio «la necessità di verificare con il massimo rigore la ammissibilità degli emendamenti ai decreti legge». «Rinnovo – conclude Napolitano dopo aver citato sentenze della Consulta e propri precedenti interventi in materia – l’invito ad attenersi nel valutare l’ammissibilità di emendamenti ai decreti legge a criteri si stretta attinenza all’oggetto del provvedimento, anche adottando opportune modifiche dei regolamenti parlamentari».

«Il Presidente Napolitano ha posto al governo Letta e al Parlamento un tema di grande rigore istituzionale che mira a rendere trasparente il processo legislativo. È la migliore risposta a chi non ha ancora capito che il Capo dello Stato esercita fino in fondo le sue prerogative super partes. Non ci sono figli e figliastri; né pesi e misure diverse. Questo atto è in piena continuità con altri moniti del Quirinale rivolti a precedenti governi». Lo scrive in una nota Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Affari esteri del Senato.

 

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