Disagi Circum, la Diocesi di Nola prende posizione
Nola – Il nostro territorio sta vivendo un altro dramma sociale: il peggioramento del servizio del settore dei trasporti e, in particolare, quello della Circumvesuviana, un tempo fiore all’occhiello del trasporto sul ferro campano. Inefficienza, ritardi, mancanza di sicurezza, soppressioni, rincari, mancanza di sviluppo e di qualità del servizio sembrano, ormai, diventate le caratteristiche di questa Azienda. La crisi del trasporto sul ferro nell’area vesuviana si presenta, purtroppo, strutturale. Al grave indebitamento societario si accompagna la presenza di materiale vecchio e obsoleto (treni, vagoni, stazioni, in particolare). E, come sempre, a pagare direttamente le conseguenze di questa triste situazione, è la povera gente. I lavoratori e gli studenti che, quando il servizio funziona, arrivano spesso in ritardo sui loro luoghi abituali di vita quotidiana. Anche i turisti sono penalizzati da questo stato di cose. Meno treni in circolazione vuol dire attese lunghe e snervanti, vagoni pienissimi, servizio pessimo. Tutto quanto fa arrivare alle stelle la rabbia dei viaggiatori. E qualcuno rischia anche il posto di lavoro. Le colpe – dicono i sindacati e gli “addetti ai lavori” – sono delle scellerate gestioni del passato, ma, anche delle scelte politiche (soprattutto regionali) che tolgono risorse economiche al trasporto pubblico locale, con tagli che non permettono l’acquisto di materiale di ricambio per la manutenzione dei treni. Tali tagli, ovviamente, gravano sulle aziende di trasporto, che obbligano, le stesse, a tagliare sui servizi e ad indebitarsi. Con i tristi effetti che sono sotto gli occhi di tutti, e soprattutto dei pendolari e dei cittadini in mobilità sempre più crescente nella società di oggi. Anche la recente linea politica regionale di progressiva liberalizzazione e privatizzazione del servizio è tutta da rivedere.
Non tocca certo alla Chiesa entrare “nelle questioni o scelte tecniche” della politica o di un’Azienda. Ma è certamente un sacrosanto diritto-dovere della Chiesa di Nola, ancora una volta, alzare la voce e denunciare questo dramma insostenibile e vergognoso che il nostro territorio sta vivendo. La Chiesa richiama tutti i responsabili, Istituzioni politiche tutte e Azienda, a perseguire il principio del bene comune
Così dice, a questo proposito, il Compendio della dottrina sociale della Chiesa:“Dalla dignità, unità e uguaglianza di tutte le persone deriva innanzi tutto il principio del bene comune, al quale ogni aspetto della vita sociale deve riferirsi per trovare pienezza di senso. Una società che, a tutti livelli, vuole intenzionalmente rimanere al servizio dell’essere umano è quella che si propone come meta prioritaria il bene comune, in quanto bene di tutti gli uomini e di tutto l’uomo. La persona non può trovare compimento solo in se stessa, a prescindere dal suo essere “con” e “per” gli altri.
Nessuna forma espressiva della socialità, dalla famiglia, al gruppo sociale intermedio, all’associazione, all’impresa di carattere economico, alla città, alla regione, allo Stato, fino alla comunità dei popoli e delle Nazioni, può eludere l’interrogativo circa il proprio bene comune, che è costitutivo del suo significato e autentica ragione d’essere della sua stessa sussistenza. Le esigenze del bene comune derivano dalle condizioni sociali di ogni epoca e sono strettamente connesse al rispetto e alla promozione integrale della persona e dei suoi diritti fondamentali. Tali esigenze riguardano anzitutto l’impegno per la pace, l’organizzazione dei poteri dello Stato, un solido ordinamento giuridico, la salvaguardia dell’ambiente, la prestazione di quei servizi essenziali delle persone, alcuni dei quali sono al tempo stesso diritti dell’uomo: alimentazione, abitazione, lavoro, educazione e accesso alla cultura, trasporti, salute, libera circolazione delle informazioni e tutela della libertà religiosa. Non va dimenticato l’apporto che ogni Nazione è in dovere di dare per una vera cooperazione internazionale, in vista del bene comune dell’intera umanità, anche per le generazioni future.
Il bene comune impegna tutti i membri della società: nessuno è esente dal collaborare, a seconda delle proprie capacità, al suo raggiungimento e al suo sviluppo. La responsabilità di conseguire il bene comune compete, oltre che alle singole persone, anche allo Stato, poiché il bene comune è la ragion d’essere dell’autorità politica. Per assicurare il bene comune, il governo di ogni Paese ha il compito specifico di armonizzare con giustizia i diversi interessi settoriali. La corretta conciliazione dei beni particolari di gruppi e di individui è una delle funzioni più delicate del potere pubblico.
Il bene comune della società non è un fine a sé stante; esso ha valore solo in riferimento al raggiungimento dei fini ultimi della persona e al bene comune universale dell’intera creazione”.