Napolitano lancia un’appello a Forza Italia per le riforme

Gli umori del Paese sono fragili. Le proteste di questi giorni che vedono scendere in piazza in numerose città italiane precari, disoccupati, studenti, emarginati, arrabbiati vari, raccontano di un’Italia senza più fiducia nel futuro, di una sofferenza economica e sociale che va di giornoin giorno ingigantendo le sue spire e che crea a sua volta insofferenza verso le istituzioni, i partiti, l’azione di governo e un’Europa percepita come sempre più lontana e sorda alle esigenze della gente che abbisogna di lavoro. Non è insensibile a tutto questo Giorgio Napolitano e adesso, dopo giorni di manifestazioni, di tensioni, di tafferugli e agitazioni varie, mette in guardia i manifestanti e allo stesso tempo sollecita la politica perché dia risposte urgenti a questa situazione: “La massima attenzione va data a quanti non sono raggiunti da risposte al loro disagio: categorie, gruppi, persone, che possono farsi coinvolgere in proteste indiscriminate e finanche violente, in un estremo e sterile moto di contrapposizione totale alla politica e alle istituzioni”. Il presidente della Repubblica interviene nel corso del tradizionale scambio di auguri di Natale al Quirinale. E sfrutta l’occasione per fare il bilancio di mesi di agitazione politica e per tirare un po’ le orecchie a governo, parlamentari e opposizione.

 

Confronto civile in Parlamento

“Esprimo l’augurio che, nelle assemblee di Camera e Senato, pilastro della nostra democrazia, possa affermarsi in ogni momento un clima di civile confronto e fruttuoso impegno, nel rispetto dei diritti di tutte le forze”. Ha detto il l capo dello Stato, che ha aggiunto: “L’Italia ha conosciuto mutamenti incalzanti della scena politica, mutamenti ancora lontani da un chiaro assestamento e tali da presentare incognite non facilmente decifrabili”.

 

La nuova maggioranza e le riforme

“Il Parlamento rinvigorito da più giovani forze e da nuove leadership in diverse formazioni politiche, faccia la sua parte per sollecitare, discutere, sostenere scelte efficaci di governo: s’impegni a fondo sul terreno delle riforme costituzionali ed elabori una nuova legge elettorale”. In particolare Giorgio Napolitano chiede il superamento del bicameralismo paritario, lo snellimento del Parlamento, la semplificazione, in chiave di linearità e di certezza dei tempi, del processo legislativo, la revisione del Titolo V varato nel 2001: “Tutte questioni vitali per la funzionalità e il prestigio del nostro sistema democratico, per il successo di ogni disegno di rinnovato sviluppo economico, sociale e civile del nostro paese nel tempo della competizione globale”.

 

La risposta a Berlusconi

Proprio per questo si appella a Berlusconi: “Oggi vorrei rivolgere uno schietto appello al partito che il 2 ottobre scorso si è distaccato dalla maggioranza originaria guidata dal presidente Letta, perché quella rottura non comporti l’abbandono del disegno di riforme costituzionali”. Ma poi, Napolitano si sofferma sulla sentenza di condanna definitiva pronunciata dalla Cassazione nei confronti di Silvio Berlusconi e alle successive ricadute politiche: “La severità delle sanzioni inflitte, la riluttanza a prenderne atto e a prendere gesti conseguenti può indurre” Silvio Berlusconi e la sua difesa “a tentare la strada di possibili procedimenti di revisioni previsti dall’ordinamento nazionale, o proporre ricorsi in sede europea. Ma non autorizza a evocare immaginari colpi di Stato e oscuri disegni cui non sarebbero state estranee le nostre più alte istituzioni di garanzia. Queste estremizzazioni di ogni giudizio o reazione non giovano e nessuno e possono  provocare guasti nella vita democratica”. Proprio di un disegno sinistra-magistratura “a cui non sono estranee le più alte istituzioni di garanzia della Repubblica” aveva parlato pochi giorni fa Silvio Berlusconi in una lettera inviata ai parlamentari di Forza Italia.

 

No alle elezioni anticipate

E sempre alle dichiarazioni di Silvio Berlsusconi fa riferimento Napolitano quando dice che “è importante che l’Italia continui a essere governata in questo 2014 che comincia. L’Europa ci guarda e anche gli italiani” chiedono un governo “piuttosto che l’aspettativa di elezioni dall’esito dubbio”. E’ chiaro poi che “la stabilità non è un valore se non si traduce in un’azione di governo adeguata”, ma  “non c’è nulla che assomiglia a una concessione all’inerzia e all’inefficienza, nella preoccupazione di evitare un cieco precipitare verso nuove elezioni a distanza ravvicinata dalle precedenti”.

 

Legge elettorale

E’ necessario in ogni caso che prima di qualunque nuova chiamata alle urne, il Parlamento elabori una nuova legge elettorale dopo che la Consulta ha sancito l’incostituzionalità delle previsioni fondanti del Porcellum, e per raggiungere questo obiettivo è necessario che “si dialoghi e si cerchino intese – come si conviene quando si tratta di regole cosiì essenziali – innanzi tutto nella maggioranza di governo ma, nella massima misura possibile, anche con tutte le forze di opposizione”. E sulla sentenza dei giudici costituzionali Napolitano dice che “la prossima pubblicazione del testo e della sue motivazioni chiarirà gli effetti giuridici e fornirà utili indicazioni al Parlamento”.

 

Carceri disumane

Il Capo dello Stato torna anche a puntare l’indice contro le “condizioni disumane delle carceri” e dice di confidare che le Camere “ancora ne trarranno impulso a decisioni che siano anche di riforma della giustizia”.

 

Il futuro di Letta e del suo mandato al Quirinale

“Le sorti del Governo poggiano soltanto sulle sue forze, sono legate soltanto al rapporto di fiducia con la sua maggioranza. E’ nel pieno rispetto dell’autonoma responsabilità del Governo che il Capo dello Stato interviene in spirito di cooperazione e con contributi di riflessione”. Giorgio Napolitano ha spiegato che “il governo registra l’arresto della caduta del Pil, ma la recessione morde ancora duramente ed è diffusa la percezione a uscirne definitivamente e prendere la strada della ripresa della crescita. Servono ancora forti stimoli oltre a quelli introdotti dal Parlamento”. E sul suo ruolo ricorda i limiti che impose ai partiti come requisiti essenziali per accettare la richiesta di essere rieletto, primo caso nella storia della Repubblica, al Quirinale: “Credo abbiate memoria e io doverosamente non mancherò di rendere nota la mia ulteriore valutazione sulla sostenbilità, in termini istituzionali e politici, dell’alto e gravoso compito affidatomi”.

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