Tumori: fumare dopo diagnosi aumenta rischio morte del 59%

Le persone che continuano a fumare dopo aver ricevuto una diagnosi di cancro hanno un rischio di morire per qualsiasi causa più alto del 59% rispetto a chi invece non fuma. Il dato arriva da uno studio pubblicato su Cancer epidemiology,rivista della Associazione americana per la ricerca sul cancro. 
Secondo lo studio, inoltre, il rischio di chi continua a fumare è del 76% più alto rispetto invece a coloro che, dopo la diagnosi, smettono con le sigarette. «Molti pazienti – spiega Li Tao, epidemiologa del Cancer prevention institute della California e coordinatrice della ricerca – pensano che sia inutile smettere di fumare, se il danno provocato dalle sigarette è già avvenuto. Il nostro studio però dimostra l’impatto che il fumo di sigaretta ha sulla sopravvivenza dopo una diagnosi di cancro, e sottolinea la necessità di misure per fermare il più possibile l’uso del tabacco».

Il rischio di morire aumentato dal fumo di sigaretta varia in base alla sede del tumore: ad esempio il rischio in chi continua a fumare è aumentato di 2,95 volte se il cancro è alla vescica, di 2,36 se è al polmone e di 2,31 volte per quello al colon-retto.

«Solo una piccola percentuale di pazienti con diagnosi di cancro – conclude Tao – ricevono un aiuto concreto dal proprio medico per smettere di fumare e meno della metà di questi pazienti alla fine smettono dopo la diagnosi».

 

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