Domani primarie Pd: è un rush a 3
Due milioni di elettori sono attesi domenica nei seggi delle primarie del Pd per scegliere chi sarà il nuovo segretario tra Matteo Renzi, Gianni Cuperlo e Pippo Civati. Si vota domenica dalle 8 alle 20 in oltre 9mila seggi.
I tre candidati intanto sparano le loro ultime cartucce. Cuperlo critica Renzi: «Pensa troppo alle performance tv», ma dietro gli «slogan ben detti»
ci sono «ricette antiche e sbagliate». Civati assicura: «Con me si rinnova, nel segno di una sinistra moderna». «Meno 1 al nuovo Pd che sogniamo insieme da sempre», scrive renzi su Facebook.
Alle urne anche Romano Prodi che spiega: dopo il pronunciamento della Consulta sul porcellum il voto «assume un valore nuovo. Necessario difendere a ogni costo il bipolarismo».
Renzi. «L’8 dicembre è un referendum sul futuro del Pd. Se vi vanno bene le cose come sono andate finora, non votate per me»,ha detto Renzi parlando alla chiusura milanese della sua campagna per le primarie. «Chi vota per me – ha detto – non vota per un candidato ambizioso, ma per un Paese ambizioso». Il sindaco di Firenze ha spiegato che nei prossimi mesi Grillo e Berlusconi «faranno una violenta campagna contro i valori costitutivi dell’Europa e contro il governo». Per questo chi si candida a guidare il Pd deve avere una proposta per un arco lungo di tempo con alcuni impegni concreti per il prossimo anno.
Usando video di Cetto Laqualunque, dei Simpson, di Luchino Visconti, di Berlinguer ha ripetuto l’intenzione di tagliare i costi della politica, di fare una «rivoluzione del lavoro», di arrivare a una legge elettorale dove «chi vince vince, non fa accordicchi, larghe imprese o torna al proporzionale della prima Repubblica». Ha definito «patto di stupidità» il patto di stabilità che impedisce al comune di Olbia, colpito dall’alluvione, di usare soldi che ha, di un’Europa «che abbiamo lasciato in mano ai tecnici, specialisti senz’anima», di scuola e anche di privatizzazioni (ribadendo le critiche a quelle di Telecom e Alitalia). Ha invitato a coinvolgere anche i delusi, scorrendo la rubrica del telefonino. «Intanto andate a votare – ha concluso – e se vi scappa votate per me».
Cuperlo. «La cosa che più mi ha addolorato è che io ho cercato di parlare di futuro, dell’idea di partito e di paese che ho in testa. Della necessità di cambiamento. Ma io continuo ad essere descritto come l’uomo dell’apparato e della continuità. Ma se mi guardo attorno io trovo la continuità nelle ricette di Renzi. Flessibilità nel mercato del lavoro, blairismo, articolo 18, attacco ai sindacati. Cosa è questa se non continuità? Nemmeno il Labour di Milliband parla più di blairismo e parla di diritti e dignità della persona. Il sindaco di New York parla di reddito minimo. Il destino del Pd non è la moderazione ma il cambiamento. Serve una grande forza della sinistra», ha sottolineato Cuperlo oggi Omnibus su La7.
Civati. «Vorrei che il Pd a livello nazionale promuovesse una grande campagna perché le leggi regionali che regolano i fondi a disposizione della politica vengano cambiate tutte insieme», ha detto Civati, giunto stamane in Sardegna per chiudere la sua campagna elettorale in vista delle primarie del Pd. Secondo Civati esiste una problema morale. «L’altro giorno abbiamo visto un servizio televisivo su Cota in Piemonte, tra le mutande e il formaggio, cose veramente bizzarre. Penso che anche Francesca Barracciu (europarlamentare del Pd e candidata governatrice in Sardegna per le regionali 2014, indagata nell’inchiesta sui fondi dei gruppi, ndr) debba spiegare la situazione, ma il partito prenda una decisione alla svelta».
«So che D’Alema sta pensando di candidarsi alle elezioni europee, ma a questo punto meglio che
lasci la politica e si ritiri a via privata», ha poi aggiunto Civati.
Prodi. «Se non c’è un Pd forte, si rischia lo sfascio della democrazia nel Paese». Così Prodi in un’intervista al Mattino, dopo avere deciso di andare a votare alle primarie del Pd che, spiega, a seguito della pronuncia della Consulta «assumono un valore nuovo». Prodi sottolinea: «Sono stato obbligato a ripensare decisioni precedentemente prese prima della recente sentenza della Corte costituzionale», con la cancellazione della legge elettorale «è necessario difendere a ogni costo il bipolarismo». E ribadisce: «In questa situazione così drammatica mi farebbe effetto non mettermi in coda con tanti altri cittadini desiderosi di cambiamenti, cioè non partecipare ad una competizione per rimettere in moto partecipazione politica, senso di comunità di idee, spingere soprattutto i giovani all’impegno politico».