Benzina, 25 cent al litro tra Iva e accise
Tra Iva e accise il fisco italiano pesa 25 centesimi ogni litro di carburante, la cifra più alta di tutti i paesi europei. A fare i conti e’ Assopetroli con FIGISC Anisa Confcommercio che inviata il governo ad evitare, “come ha invece nuovamente fatto anche con la legge di stabilita’ 2014 appena votata con la fiducia, ogni ulteriore aumento di accisa che aggraverebbe la situazione economica di famiglie, imprese e lavoratori.” Assopetroli ha rilevato lo Stacco Italia Accise e IVA (SIA), cioè il differenziale tra la componente fiscale italiana sulla benzina e la media europea (Accise più IVA). Si tratta di una semplice media aritmetica del peso fiscale che grava su un litro di benzina italiana rispetto alla media degli altri 27 paesi europei. “Alla data di oggi- dice il presidente di Assopetroli Assoenergia, Franco Ferrari Aggradi – “per ogni litro di benzina verde ogni automobilista paga all’Erario ben 1,037 euro di tasse. La settimana precedente erano 1,034€/litro. In alcuni casi alla componente fiscale nazionale va aggiunta l’addizionale regionale che va dai 2,5 ai 5 centesimi, per un peso complessivo della quota fiscale di 1,087euro/litro, per le Regioni con aliquota massima. Una mostruosità tutta italiana”. “Da qui – prosegue Ferrari Aggradi – l’esigenza di una informazione semplice ed immediata ai cittadini e alla politica con un solo dato: lo stacco Italia rispetto alla media europea è di 26,8 €/cent ma di questi ben 25,3 sono dovuti allo Stacco Italia Accisa”.
Confesercenti, in Italia 3,1 mld tasse in più di Ue
L’Italia è al secondo posto in Europa quanto a imposte su benzina e gasolio: sulle famiglie e sulle imprese italiane pesano così 3,1 miliardi di tasse in più rispetto alla media europea. E’ quanto ha calcolato Confesercenti che chiede di fermare gli interventi sulle accise. “La rilevanza della tassazione su benzina e gasolio sta toccando ormai livelli insostenibili”, si legge in una nota dell’associazione dei commercianti. Rispetto al valore medio europeo, spiega infatti Confesercenti, il prelievo sulla benzina è superiore del 17% (+15 centesimi al litro) e quello sul gasolio del 28% (+20 centesimi al litro). “Va inoltre ricordato che dal 2002 al 2013 le accise e l’Iva su benzina e gasolio hanno determinato un prelievo di ben 176 miliardi di euro”. Questo enorme carico fiscale “ha prodotto due risultati fortemente negativi – prosegue la nota Confesercenti – un calo dei consumi che toccherà il 21% nel 2013 e un saldo negativo degli impianti di ben mille unità”. L’associazione ricorda inoltre che secondo la più recente rilevazione del ministero dello Sviluppo economico (18 novembre 2013) il prezzo medio alla pompa della benzina e del gasolio in Italia risulta pari a 1,702 e, rispettivamente, a 1,635 al litro. Si tratta di un livello che riflette una struttura in cui risulta determinante il peso delle imposte (accise + IVA), pari al 60,8% nel caso della benzina e al 55,7% nel caso del gasolio. Le decisioni di politica fiscale assunte nel triennio 2011-2013 “lasciano una pesante eredità sul livello delle imposte gravanti su benzina e gasolio: sia per quanto concerne gli aumenti già in vigore, sia per quanto attiene agli aumenti già programmati”. Confesercenti sottolinea infine che ad un aumento del 54% del livello impositivo, i consumi hanno denunciato una flessione del 21%. Con un risultato finale solo apparentemente paradossale: gli aumenti di imposte hanno avuto l’effetto di deprimere l’economia senza incassare quanto previsto a tavolino e, anzi, determinando una flessione degli incassi ante-aumento.