Domani al Senato si vota per la decadenza di Berlusconi che lancia l’ultimo appello
Alla fine sembra aver preferito l’appello epistolare all’intervento in Aula, pur non confermando se così ha davvero rinunciato a presentarsi a palazzo Madama mercoledì. Forse per l’ultima seduta da senatore. Silvio Berlusconi si rivolge ai senatori Pd e M5s con una lettera: «Riflettete, colleghi senatori, riflettete prima diprendere una decisione così grave. Non lasciate che nella vostra coscienza le convenienze politiche del momento prendano il sopravvento sulla verità e sulla giustizia. Non assumetevi una responsabilità che graverebbe per sempre sulla vostra immagine, sulla vostra storia personale, sulle vostre coscienze», scrive il Cavaliere che nel finale sale di tono e parla di «una responsabilità di cui nel futuro dovreste vergognarvi di fronte ai vostri figli, ai vostri elettori, di fronte a tutti gli italiani».
Sede di FI, pomeriggio inoltrato. L’ex premier `inaugura´ con una conferenza stampa ad hoc la nuova location. Solo, con la neo responsabile Comunicazione del partito, la deputata Deborah Bergamini, al suo fianco, il Cavaliere entra nel dettaglio di quelle ormai famose «carte statunitensi» sulla base delle quali chiederà a Brescia la revisione del processo sui diritti tv per il quale è stato condannato.
La lettera è il colpo di scena finale, insieme alla sintesi delle dichiarazioni del manager che attribuisce alla triangolazione tra «mister Agrama», «mister Gordon» e «mister Lorenzano» il meccanismo per la creazione dei fondi neri che gli vengono imputati. «Altro che socio occulto di Agrama», sbotta Berlusconi.