Letta spinge per la crescita
«Finché non arriveremo almeno a un tasso al 3% sui bond decennali, fino a che questo non diventa punto di riferimento del sistema, continueremo a vivere una situazione di vulnerabilità»: lo ha detto oggi il premier Enrico Letta parlando all’assemblea di Federcasse.
Letta: per alcuni Ayatollah il rigore non basta mai. «Sul fronte europeo per alcuni ayatollah del rigore questo non è mai abbastanza – ha detto il premier – ma di troppo rigore l’Europa finirà per morire e le nostre imprese finiranno per morire. Sul fronte interno troppi pensano che si possa fare deficit e debito. Noi siamo in mezzo. Stiamo battagliando su due fronti. Siamo tirati da una parte sul fronte europeo perché ci sono alcuni ayatollah del rigore, ma di troppo rigore si muore, dall’altra parte sul fronte interno perché molti pensano che basti fare spesa e deficit per salvare il sistema. Noi siamo in mezzo servono spalle solide per reggere i due fronti opposti. Ma noi abbiamo bisogno di alleati sia dentro che fuori in Europa».
«Nel 2014 debito e deficit in calo per la prima volta dopo anni». «Bisogna lasciarsi dietro la stagione di rigore – ha detto Letta – ma una stagione di crescita si deve basare su conti a posto: per la prima volta l’Italia dopo molti anni nel prossimo anno avrà sia debito che deficit in discesa. Nella legge di stabilità tutti vorrebbero più soldi ma vuol dire sforare il deficit».
«Conti in ordine, spingere sulla crescita». «Il semestre italiano di presidenza Ue sia legislatura della crescita e non della sola austerità – auspica il premier – Siamo convinti di poter dire con forza che c’è bisogno di una politica Ue per la crescita perché abbiamo i conti in ordine, l’Italia ha fatto un percorso che ci consente e ci obbliga a spingere sulla strada della crescita».
«La Bce da sola non basta». «C’è il rischio di un errore fatale in Europa – ha detto Letta – Dare tutto il peso ad un unico strumento, la Bce, anche se grazie alla guida autorevole di un italiano, Mario Draghi, ha consentito di calmare la crisi. La Bce non può fare sviluppo, bisogna rafforzare la Bei. La Bei può favorire le imprese con la possibilità di lavorare insieme alle tre grosse casse deposito e prestito, italiana, francese e tedesca che possono essere strumenti di garanzia per le Pmi, se non riusciamo a fare questa battaglia a livello europeo possiamo fare piccole battaglie nazionali ma è tutto più difficile».