Alfano al governo: «Diamoci un anno, il futuro siamo noi»
Moderatamente commosso e molto, molto determinato. Così Angelino Alfano presenta il suo Nuovo Centrodestra, ancora non si sa se con il trattino o senza, alla Stampa estera che lo accoglie con un calore sempre negato a Berlusconi. Il vicepremier definisce «il movimento del futuro» quello varato con i suoi ministri, Quagliariello, Lupi, Lorenzin e Di Girolamo, e i 57 parlamentari e assicura di «non avere nè paura, nè nostalgia». Per questo, annuncia «correremo soli alle Europee», anche se la sua collocazione politica «è con tutti e due i piedi nella coalizione di centrodestra». Cosa, che, del resto, ha detto anche Berlusconi. Ma, soprattutto, l’ex delfino propone agli italiani «un patto di legislatura». «Questo governo è in piedi da 6 mesi e mezzo e giudicarlo ora è come assegnare lo scudetto dopo appena 10 giornate», dice, attirandosi gli scongiuri dei tifosi romanisti presenti.
Alfano, dunque, chiede tempo. Almeno un annoper una nuova legge elettorale, una legge di stabilità con meno tasse, meno debiti e più lavoro: «Dateci dodici mesi per verificare se questo governo ha ottenuto buoni risultati e poi si vedrà». Segno che la separazione dalla nuova Forza Italia, dovrà innanzitutto garantire lunga vita al governo Letta.
NESSUN PARRICIDIO E’ questo l’obiettivo principale di Alfano, che confida di essersi deciso al divorzio «dopo aver capito che ormai nel Pdl vinceva la linea di chi voleva andare alle elezioni anticipate». Certo, la scissione da Berlusconi è «amara e dolorosissima», anche perché, raccontano i suoi, «davvero la mediazione sembrava andata in porto». Alla fine però i falchi hanno convinto Berlusconi. E Alfano «ha dovuto andare per la sua strada». Tuttavia, tiene a precisare di «provare sempre affetto per il presidente che tanto ha fatto per me». Però, subito dopo, con una punta di malizia, rivendica: «Anche io, nel mio piccolo, a Berlusconi ho dato tutto».E respinge, con sapienza democristiana, ogni allusione al parricidio perché, spiega, «ogni figlio discute e anche litiga con il proprio padre. Io l’ho fatto con il mio papà, quello vero».
Sarà per questo che l’ex delfino fa intendere che la nascita di «un vero movimento dei moderati» non potrà che giovare all’ex premier. Che, ovviamente, va difeso dalla persecuzione giudiziaria, ma anche dai cattivi consiglieri che lo stanno trascinando verso una «deriva estremista». Quindi, «nessun dubbio. Tutti noi voteremo contro la sua decadenza dal Senato». Ma, spiega, «continueremo a lavorare nel governo. D’altronde, noi ci troviamo in questa maggioranza di larghe intese perché l’ha voluto Berlusconi».
E a cosa servono i ministri del centrodestra? Ovvio, «a contrastare le proposte della sinistra, che vuole solo tassare, a difendere gli interessi dei nostri elettori, a tagliare le imposte, a cominciare da quella sulla casa e sul lavoro». Ma, innanzitutto, Alfano vuole «cambiare la legge elettorale, restituendo ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti, mantenendo però quel bipolarismo per cui si è battuto Berlusconi, arrivando a eleggere direttamente il capo del governo». Chi sarà il candidato premier del Nuovo centrodestra? «Dovrà essere scelto con le primarie», annuncia Alfano. Da lunedì, quindi partiranno i nuovi gruppi parlamentari, 27 i deputati, 30 i senatori, o 33 come già si sussurra. «Ma altri arriveranno e tanti amministratori ci dicono di condividere le nostre scelte», garantisce Alfano che annuncia «una grande convention a breve, durante la quale sarà presentato il nostro simbolo che spero entrerà nel cuore degli italiani».