Il Governo punta ad una rivisitazione della manovra
Nella manovra spunta l’ipotesi di un aiuto alle pensioni più basse. Nelle ultime ore starebbe prendendo piede l’idea di parificare per pensionati e lavoratori la no tax area, ossia quella fascia di reddito in cui non si pagano tasse. Attualmente per chi riceve un assegno previdenziale l’esenzione totale vale per i redditi fino a 7.500 euro. La soglia per i lavoratori dipendenti, invece, è a 8.000 euro. Allineare la non tax area dei pensionati a quella dei lavoratori, secondo le stime, avrebbe un costo di 1,4 miliardi di euro. Far salire entrambi i tetti a 9.000 euro farebbe invece lievitare i costi della manovra fino a 4 miliardi di euro. «Risorse», spiega il relatore Giorgio Santini, «che potrebbero essere però spalmate su un arco temporale di due o tre anni». Concentrando tutti i fondi sulla no tax area, sarebbe comunque un’indicazione politica chiara. In un periodo di ristrettezza economica gli aiuti sarebbero concentrati sulla fascia di popolazione più povera e più colpita dalla crisi degli ultimi anni.
Non è comunque l’unica ipotesi alla quale si lavora. Sul tavolo rimane la possibilità di lasciare immutato l’attuale impianto della manovra con gli sgravi al lavoro dipendente, riducendo però la platea dei beneficiari limitando gli sconti ai redditi fino a 26-35 mila euro. L’altra modifica alla quale si lavora riguarda il salario di produttività. I relatori sarebbero intenzionati a trovare i soldi necessari a stabilizzare, o quanto meno confermare, la detassazione al 10% del lavoro straordinario. Sempre sul piano pensioni, tra le proposte del Pd, c’è anche quella di introdurre un contributo di solidarietà per quelle superiori a 100 mila euro da destinare alla reintroduzione dell’indicizzazione per quelle medie.
CAPITOLO CASA
Anche sulla Tasi, la nuova imposta sulla casa, sono in arrivo modifiche. Quasi certamente saranno nuovamente introdotte detrazioni simili a quelle che erano in vigore per l’Imu, ossia 200 euro di base, più 50 euro per ogni figlio. Un meccanismo che esenterebbe completamente tette le abitazioni con una rendita catastale inferiore a 300 euro. Se, tuttavia, fino a ieri l’ipotesi alla quale si lavorava prevedeva che fossero i Comuni a dover decidere sulle detrazioni, adesso si punta ad una loro introduzione uniforme a livello nazionale (si veda anche l’intervista di Stefano Fassina in pagina).
Sulla casa sono in arrivo anche altre proposte. Il ministro delle infrastrutture, Maurizio Lupi, sta lavorando ad un nuovo piano casa. Non è escluso che nella legge di stabilità possa trovare posto un nuovo taglio della cedolare secca sugli affitti calmierati, già abbassata dal 19% al 15%. Per le famiglie in difficoltà economica, invece, dovrebbe arrivare il cosiddetto «voucher affitto».
IL NODO RISORSE
Per poter finanziare le modifiche al testo, il governo sarebbe a caccia di 1-1,5 miliardi di euro. Su dove reperire i soldi, per ora, non ci sono certezze. Dalla Google Tax ad un nuovo innalzamento della tassa sulle rendite finaziarie dal 20% al 22%, tutte le ipotesi sono sul tappeto. Compresa un anticipo della spending review alla quale sta lavorando il nuovo commissario Carlo Cottarelli. Intanto domani la Commissione Europea diffonderà le stime sul deficit-Pil dell’Italia. Il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, ha assicurato che Roma riuscirà a stare nel limite del 3% previsto dagli accordi con Bruxelles.