La scuola riparte tra le proteste, a ottobre già la prima manifestazione
Non sarà un avvio tranquillo. La scuola riparte tra le proteste, e l’autunno si annuncia caldo, come lo è stato l’anno scorso.
Tra oggi e domani la maggior parte degli alunni torna sui banchi. I primi a rientrare sono stati gli studenti di Bolzano, il 5 settembre. Seguiti, cinque giorni dopo, dai “colleghi” del Molise e del Piemonte (in aula da ieri). Gli ultimi a riprendere libri e quaderni saranno i pugliesi, il 17 settembre. Ma ci sono istituti che singolarmente hanno anticipato la prima campanella di qualche giorno. Niente di “illegale”. Lo consente l’autonomia scolastica che permette ai presidi di modificare il calendario delle lezioni rispetto a quello stabilito dalla propria regione. Una scelta di molte scuole per poi concedere qualche giorno di vacanza in più durante l’anno.
Sono quasi otto milioni gli studenti in tutta Italia, divisi per oltre 360mila classi. Classi sempre più multietniche. Quasi un alunno su otto è straniero e non ha la cittadinanza italiana (tra questi 334.284 sono nati nel nostro Paese). Mentre sono duecentomila gli studenti con disabilità. Per loro, l’avvio dell’anno scolastico parte con una novità rassicurante, la programmata assunzione di più di 26mila insegnanti di sostegno per garantire una maggiore continuità didattica (l’organico viene così ampliato da 63mila a quasi 90mila posti). Questa non è l’unica novità dopo il decreto per la scuola approvato lunedì dal Consiglio dei ministri con uno stanziamento di 400 milioni di euro. Dopo tempi di tagli pesanti (8 miliardi in meno all’Istruzione in un quinquennio), lo stanziamento deciso dal governo rappresenta «certamente uno sforzo notevole, soprattutto in un momento di grave crisi economica» commenta l’Eurispes, che però non manca di sottolineare che c’è ancora molto da fare per l’informatizzazione degli istituti. Un decreto che è un «pasticcio del Governo su precari, dimensionamento, dirigenti e sostegno», secondo invece l’Anief, battagliero sindacato degli insegnanti che ha anche annunciato un ricorso alla Corte di giustizia europea.
Riprendono le lezioni. E ripartono pure le proteste. La Rete degli studenti ha annunciato per oggi una mobilitazione con flash mob, in vista della manifestazione nazionale già programmata per l’11 ottobre. Tra le richieste: maggiori investimenti per la scuola e la tutela del diritto allo studio.
LE SUPPLENZE
La scuola anche quest’anno deve fare i conti con i suoi problemi “storici”, dagli edifici vecchi e malandati (uno su tre ha bisogno di interventi urgenti), al solito valzer delle supplenze con molte cattedre ancora da assegnare e con i docenti già insediati che saranno costretti a fare doppi turni per coprire i colleghi che mancano. Dalle classi sovraffollate alla carenza di risorse che spinge tante famiglie a venire in soccorso delle scuole perfino, ed è una denuncia ricorrente, per comprare la carta per le fotocopie e quella igienica nei bagni. Con la speranza, che è di tutti, che l’inversione di tendenza sia già cominciata per recuperare gli standard europei.