Riforme, sì a ddl ma scoppia il caos del M5S: «Ladri, Pd peggio del Pdl»

Sì dell’Aula della Camera al testo che istituisce il Comitato parlamentare dei quaranta per le riforme costituzionali ed elettorale. Ma dopo l’ok, con il voto contrario dei grillini, scoppia la bagarre e la seduta viene sospesa. Il testo intanto torna al Senato per la seconda lettura: si tratta, infatti, di una modifica della Costituzione e richiede una procedura aggravata con quattro letture.

Seduta sospesa. La tensione è andata alle stelle dopo il voto sulle riforme: da qui la decisione della presidente Laura Boldrini di fermare i lavori e convocare la conferenza dei capigruppo, che ha deciso di riprendere la seduta mercoledì mattina alle 10 con la discussione sulle mozioni sulla Siria. Poi alle 5 ci sarà il question time e a seguire, verso le 16, riprenderà il dibattito con gli argomenti sospesi. Si riunirà invece giovedì alle 15 l’Ufficio di presidenza di Montecitorio che dovrà decidere come sanzionare il comportamento del gruppo M5S sia per la protesta sul tetto di Montecitorio dei giorni scorsi sia per la bagarre provocata oggi in Aula.

M5S all’attacco. Tutti i deputati di M5s hanno esposto nell’Aula della Camera dei manifestini tricolori con la scritta «No deroga art 138» prima del voto sulla riforma della Costituzione. Boldrini ha chiesto ai commessi di rimuoverli e i deputati di M5s sono rimasti con le mani in alto, ben visibili. Mentre i deputati M5s inscenavano la loro protesta, da più parti si è sentito urlare “buffoni, buffoni!”. Particolarmente acceso Maurizio Bianconi (Pdl), che è stato richiamato all’ordine dalla presidente. Dopo aver schiacciato il pulsante della votazione, i deputati M5s sono rimasti con le mani in alto per tutto il tempo della votazione. Dopo il voto, un applauso dai banchi del Pd, cui i grillini hanno risposto con un polemico battimani.

Il deputato M5S Alessandro Di Battista, ha urlato «ladri» ai colleghi degli altri partiti. «Sbagliavamo quando dicevamo che il Pd è uguale al Pdl – ha tuonato Di Battista – il Pd è peggio del Pdl». Lo richiama Boldrini commettendo un’involontaria gaffe: «Non offenda, Di Battista». Simone Baldelli allora la attacca: «Qui non è un asilo infantile. Quest’Aula va presieduta con fermezza e serietà». «Io non mi tiro indietro. A Di Battista non sarà consentito di nuovo offendere», replica la presidente.

Dopo la votazione, Giuseppe D’Ambrosio (M5S) ha chiesto conto del fatto che i commessi non abbiano permesso l’accesso in tribuna del pubblico di una donna solo perché indossava la t-shirt con lo slogan dell’occupazione del tetto di Montecitorio da parte dei deputati grillini. «La Costituzione è il simbolo di un gruppo», ha chiesto D’Ambrosio. Ma la presidente Boldrini ha rilevato che «quello slogan è stato fatto proprio da un gruppo parlamentare», per cui i commessi hanno fatto bene.

Da qui, l’attacco dei M5S a Pd e Pdl. «Sono due partiti surreali», sbotta Alessio Villarosa. Ma il Pd non ci sta, con Ettore Rosato che dice basta «agli insulti ed alle provocazioni che sono inaccettabili» e ai grillini chiede «senso di responsabilità e rispetto delle regole di convivenza invece di sollecitare i mal di pancia più profondi della gente».

Ma Di Battista non ci sta: e rievocando l’esposizione dello striscione dal tetto occupato di Montecitorio, all’esame di un ufficio di presidenza che non si è ancora riunito, sbotta: «Puniteci, sanzionateci a cinque stelle, tanto lo rifaremo mille volte». E urla: «Il Pd è peggio del Pdl. Puniteci ma prima sbattete fuori i ladri». E fa il gesto delle manette, scatenando le urla a destra e a sinistra. E la tensione sale ancora. Angelo Cera dell’Udc va in escandescenze, arrivano i commessi per impedirgli di andare verso i banchi M5S. A quel punto, Boldrini sospende la seduta e convoca i capigruppo. «Non ho partecipato ad alcuna rissa verbale: ho, come il resto della maggioranza, risposto alle proditorie e irresponsabili provocazioni provenienti dai banchi dei Cinque stelle. Quando si sentono parole tipo ladri e si fa il gesto delle manette io penso che qualsiasi persona seria ed onesta si senta in obbligo di replicare soprattutto per chi non si sente appartenente alla categoria cui facevano riferimento i 5 Stelle», ha poi precisato Cera.

«Io vorrei portare la mia esperienza di vita: sono stato 8 anni abbonato in curva sud con la Roma. Questa Aula è diventata lo stadio, un mercato, è inaccettabile». Adriano Zaccagnini, ex grillino passato al Misto, attacca il M5S nell’Aula di Montecitorio. «Il Movimento 5 Stelle fa qui – tuona il deputato romano – quello che non sa fare in piazza». A stretto giro replica all’ex grillino, Roberta Lombardi: «Zaccagnini applaudito in standing ovation dal Pd – scrive – Mo gli facciamo un fiocchetto in testa e glielo regaliamo!».

«I deputati del M5S vogliono solo il caos e puntano alla denigrazione dell’avversario politico: questo è l’unico terreno su cui sono in grado di muoversi. Noi respingiamo questo atteggiamento che non ha nulla a che fare con la democrazia e con la dialettica politica. Così non si rappresentano le Istituzioni ma si demoliscono». Lo afferma Ettore Rosato, segretario d’Aula del Gruppo Pd alla Camera.

 

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