Cresce l’attesa per la sentenza della Cassazione per Berlusconi

Il verdetto non arriverà oggi ma, con ogni probabilità, domani o al massimo giovedì mattina. Sempre che Silvio Berlusconi non decida in extremis di chiedere un rinviodell’udienza. Non tanto per una strategia giuridico-difensiva, visto che un eventuale slittamento gli verrebbe accordato non oltre il 15 settembre e sempre dinanzi alla medesima sezione feriale della Cassazione. Se il Cavaliere punterà al rinvio ’breve’, lo farà solo per un calcolo politico che tenga conto degli scenari che si aprirebbero in caso di conferma di una sua condanna a 4 anni di reclusione (di cui tre coperti da indulto) e a 5 di interdizione dai pubblici uffici per una frode fiscale di 7,3 milioni di euro. 

L’AULA
Aula prima, sezione penale, secondo piano del Palazzaccio. Non si preannuncia breve l’udienza Mediaset. Tutt’altro. Sarà l’ultima di otto. Tutte cause facili da sbrigare, tranne ovviamente quella che interessa Berlusconi e i suoi tre coimputati, il produttore cinematrografico Frank Agrama e gli ex manager Mediaset, Gabriella Galetto e Daniele Lorenzano. I giornalisti che a decine si sono accreditati saranno ammessi «fino ad esaurimento posti». Vietate le tv, anche se il presidente del collegio, Antonio Esposito, probabilmente consentirà l’accesso alle telecamere al momento della lettura del dispositivo della sentenza, come fece quando fu condannato Totò Cuffaro. Ma prima che i cinque giudici del collegio si ritirino in camera di consiglio per deliberare passeranno molte ore, forse anche uno o due giorni. Tutto dipende dalla lunghezza degli interventi. Il primo a prendere la parola sarà il giudice relatore, Amedeo Franco, già componente del collegio che nel 2012 aveva assolto Berlusconi nel processo Mediatrade. Dovrebbe parlare per circa un’ora e mezza. Toccherà poi all’accusa, rappresentata dal sostituto procuratore generale Antonio Mura, ex presidente di Magistratura Indipendente, la corrente di centrodestra delle ’toghe’. Un altro paio d’ore. E non meno brevi si preannunciano gli interventi delle difese, sempre che uno degli avvocati non chieda un rinvio: in questo caso il collegio si riunirebbe per decidere se accogliere l’istanza. 

LA STRATEGIA
I riflettori saranno poi puntati su di loro, gli avvocati del Cavaliere: l’inedita coppia Niccolò Ghedini-Franco Coppi. Il primo si sarebbe preparato ad un intervento di oltre due ore, tutto incentrato su vizi di forma, motivi di nullità e lesione del diritto di difesa causato dal taglio alla lista dei testimoni. Più stringata – circa un’ora e mezzo – l’arringa di Coppi: si concentrerà sulla configurabilità del reato, per poi sottolineare che il corrispettivo indicato nelle fatture non sarebbe fittizio ma reale, e che già la sentenza Mediatrade aveva appurato che Agrama non era socio occulto di Berlusconi. Gli interventi degli altri legali chiuderanno l’udienza-fiume.

GLI SCENARI
Il verdetto in assoluto più favorevole al Cavaliere sarebbe ovviamente l’ annullamento in toto della condanna della Corte di Appello di Milano. Lo scenario più fosco, la sua conferma. Ma la soluzione intermedia – l’ accogliemento parziale del ricorso della difesa con rinvio in Appello per un nuovo esame – verrebbe considerata già una vittoria. La frode fiscale del 2002, infatti, si prescriverebbe subito, quella del 2003 a settembre 2014. Non solo: se nel nuovo processo di Appello la pena venisse rideterminata sotto i tre anni, allora sarebbe esclusa l’interdizione dai pubblici uffici.

 

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