Letta: il Governo non cadrà

«Non ho dubbi che il governo andrà avanti e supererà questi ostacoli». Enrico Letta da Londra, in versione grillina, alla domanda del collega inglese della Reuters non si sottrae. Non sarebbe stato facile evitare di rispondere davanti ad oltre trecento persone che nella Chatham House, prestigioso istituto britannico di analisi politica, avevano appena ascoltato la sua relazione sulla situazione economica italiana ed europea. D’altra parte rifiutare domande sulla vicenda kazaka o sulla colorita esternazione dell’ex ministro Calderoli, come avvenuto sino ad un minuto prima, avrebbe dato l’impressione di un premier in fuga dalla realtà anche perché Ablyazov è di casa a Londra e la storia dell’orango è su tutte le pagine dei tabloid inglesi. Resta il fatto che Letta taglia corto dicendosi convinto di poter superare gli «ostacoli» elencati nella domanda. Ovvero le possibili dimissioni di Alfano o un’eventuale condanna di Berlusconi. Non entrando nel merito, Letta non esclude però neppure che Alfano possa rimettere le deleghe, come invocano molti nel Pd e come, secondo alcuni esponenti del Pdl, potrebbe valutarle opportune anche Berlusconi che all’attuale governo tiene sopra ogni cosa e che oggi pomeriggio sarà a palazzo Grazioli.

IL COLLE
Resta il fatto che la convinzione espressa ieri da Letta deriva ancora una volta dal rapporto geneticamente molto stretto tra l’attuale governo e il Quirinale. In questi giorni di crisi le telefonate tra palazzo Chigi e Colle non sono mancate e la linea del governo che «non sapeva» del blitz nella villetta di Casalpalocco nel quale è stata prelavata la signora Shalabayeva e sua figlia, è stata prima appurata e poi condivisa. Una tesi che punta a proteggere non solo Alfano, ma anche Emma Bonino alla quale è bastato esprimere «amarezza» per scansare il fuoco delle opposizioni e anche le critiche del Pd. La crescente insofferenza del partito di Epifani per le larghe intese è evidente, ma Letta punta ancora sulle molte divisioni interne nel suo partito e sull’interessato pressing di Matteo Renzi, per poter continuare la sua opera a palazzo Chigi. Ovviamente la tegola-kazaka è caduta in maniera inaspettata e rischia di rendere ancor più tesa l’attesa per la sentenza della Cassazione che riguarda Silvio Berlusconi il quale, per ora, non sembra disposto a sacrificare Alfano. Lo sconcerto del Quirinale per il pasticcio kazako è comunque grande. Il presidente della Repubblica dopomani, alla cerimonia del Ventaglio, farà conoscere la sua opinione. Ciò che però al Colle ritengono poco tollerabile è la possibile speculazione politica che qualcuno ha in mente per far dimettere non Alfano, ma l’intero governo. Una prospettiva che aggiungerebbe all’Italia discredito a discredito. Su questa analisi conta il presidente del Consiglio Letta che è a Londra dove oggi incontrerà a Downing Street il primo ministro inglese David Cameron.

 

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