Abbruciamento foglie, ambientalisti “Tolleranza zero”. Maffettone “Occorre buonsenso”

Nola –Tempo d’estate, torna la questione dell’abbruciamento delle foglie. In campo due contrapposti interessi, la tutela della salute e quella dei produttori agricoli. Nel mezzo la necessità di individuare una disciplina che sappia essere il giusto equilibrio.

 

Nelle scorse settimane gli ambientalisti così come alcuni sindaci hanno promosso una serie di tavoli in cui si sono ritrovate tutte le parti. Da un lato, gli ambientalisti sulla scorsa di alcuni indirizzi chiedono il divieto assoluto di abbruciamento. Una posizione che è stata di recente fatta propria anche da alcuni sindaci del territorio. Dall’altra parte, si è ancora nella ricerca di una soluzione mediata che possa anche non mortificare eccessivamente l’attività degli agricoltori. Tra questi vi anche il comune di Nola che comunque ha espresso una posizione chiara sul rispetto dell’ambiente.

 

“L’ordinanza dello scorso anno – afferma il consigliere comune del Pd di Nola, Salvatore Maffettone – in tema di abbruciamento dei residui agricoli rappresenta una sintesi equilibrata rispetto alle diverse esigenze in campo. Il diritto alla salute e la tutela dello stesso sono sicuramente delle  priorità che vanno perseguite con ogni mezzo. Tuttavia nelle zone destinate alla coltivazione dei fondi non va trascurato il diritto degli agricoltori a svolgere la propria attività. Il tema dell’inquinamento è di una complessità enorme e andrebbe affrontato con decisione orientando tutte le energie al fine di contrastare quelle pratiche, purtroppo frequenti, che mettono a repentaglio la salute dei concittadini. L’abbandono di rifiuti pericolosi, i roghi appiccati agli stessi, le dissennate politiche di espansione urbana in territori non sicuri, ecco questi sono gli esempi di violazioni gravi di leggi che meritano una risposta decisa al fine di reprimere definitivamente scempi non più tollerabili.

Paragonare l’abbruciamento di fogliame, peraltro consentito solo rispettando orari e norme stringenti, a smaltimento illegale di rifiuti, è secondo me un paradosso dal quale bisogna uscire così come hanno fatto numerose regioni che hanno affrontato la questione con approccio diverso”.

 

Lo stesso Maffettone a cui si associa anche il consigliere del Pd di Comiziano, ma aderente al gruppo misto Napolitano – D’Avanzo, Pasquale Napolitano, evidenzia la valenza dell’abbruciamento, pratica condotta da sempre dai coltivatori seguendo in primo luogo criteri di buon senso. “ Gli agricoltori in zone agricole e quindi lontano dai centri abitati da sempre hanno svolto la pratica dell’abbruciamento nel rispetto delle norme di buonsenso in quanto per primi hanno la necessità di preservare il territorio da agenti inquinanti”.

 

Nel corso dei tavoli è stato suggerito di utilizzare metodi alternativi all’abbruciamento, ma questi si presenterebbero secondo gli addetti ai lavori poco praticabili. “Le alternative prospettate da più parti – continuano Maffettone e Napolitano – per l’eliminazione dei residui agricoli sono poco più che un’ipotesi di scuola essendo le stesse non praticabili o non sostenibili economicamente. Il rendimento dei frutteti e dei noccioleti è da qualche tempo crollato a livelli già insostenibili e pertanto aggravare le categorie di ulteriori costi significa in sostanza incentivare l’abbandono della produzione agricola locale. Se l’obiettivo è questo bisogna avere l’onestà di dirlo esplicitamente perché il momento richiede a tutte le parti in causa onestà intellettuale”.

 

La soluzione è quella di individuare un giusto punto di mezzo. “Si può chiedere ai produttori agricoli uno sforzo teso a rendere quanto più sicure possibile le modalità di coltivazione dei fondi e quindi anche quelle relative all’abbruciamento del fogliame, ma allo stesso tempo – continua Maffettone – bisogna chiedere a quelli che protestano con tanto accanimento di sopportare minimamente la convivenza con il mondo agricolo che comunque svolge una funzione cruciale per il territorio. Del resto, non sfuggirà che incredibilmente le lamentele spesso provengono da residenti nelle zone agricole che hanno magari realizzato e condonato manufatti in violazione delle norme urbanistiche. Auspico pertanto che nei prossimi giorni chi ne ha la competenza affronti la materia eliminando ogni atteggiamento ipocrita e accantonando un inspiegabile risentimento nei confronti di una categoria che ancorché in condizioni difficili svolge una funzione nobile”.

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