Stasera si sfidano Italia – Brasile
Quattro anni per riprendere il volo. Stasera l’Italia sfiderà il Brasile a San Salvador da Bahia nell’ultima gara del girone A della Confederations Cup, e affronterà l’impegno con il sorriso di chi torna a guardare le proprie paure dopo averle battute. Del resto, proprio il 21 giugno del 2009, gli azzurri di Lippi persero (0-3) l’incontro finale del gruppo B della Confederations contro il Brasile di Dunga, e lasciarono il torneo. Una doppietta di Luis Fabiano e un’autorete di Dossena decisero la partita del Loftus Versfeld stadium di Pretoria, Sud Africa, gettando così l’Italia in una crisi nera, culminata l’anno successivo con la peggior esibizione azzurra della storia dei Mondiali. L’Italia non aveva trascinatori, gioco e giocatori: si avvitava, e non smetteva di cadere.
OCCHI PUNTATI SU NEYMAR
Il quadro adesso si è ribaltato del tutto. E la gara di oggi ne è l’indice. D’altronde la partita è quasi inservibile sotto il profilo del risultato, considerando che le due nazionali si sono già qualificate per le semifinali. Mondiale, certo, ma utile soltanto per stabilire la capolista del raggruppamento. E, si immaginerà, mille elementi sono cambiati rispetto all’estate di quattro anni fa. L’Italia, ad esempio, ha trovato un «portabandiera» come Balotelli. E può fregiarsi del titolo di vice campione d’Europa. Prandelli è concentrato. «Proveremo a fare qualcosa di diverso, cercheremo giocatori freschi, la cosa più importante è la condizione fisica. Neymar? Bisogna cercare i raddoppi di marcatura, loro stanno trovando equilibrio ma sono bravi sempre nell’uno contro uno. Vogliamo limitare gli spazi, ma cercheremo di mettere in difficoltà il Brasile con la manovra. Mi aspetto una gara difficile, ma anche il coraggio dalla mia squadra. Balotelli e Neymar? Non noto tanta differenza, sarebbe interessante vederli insieme», ha confidato il ct.
FORTUNA AZZURRA
L’Italia e il Brasile sono le nazionali che hanno conquistato il maggior numero di Mondiali – 4 e 5 – ma ora vivono un momento di appannamento per ragioni opposte. La Seleçao di Scolari ha un oceano di campioni, ma non dispone di un’identità tattica. All’opposto gli azzurri sono sì padroni di una manovra, ma faticano a scegliere gli interpreti. Stasera, tra l’altro, il tecnico italiano non potrà affidarsi allo squalificato De Rossi e all’infortunato Pirlo. Prandelli schiererà quindi una mediana composta da Aquilani, Montolivo («sono pronto a fare il Pirlo») e Marchisio cui affiderà il compito di prosciugare le fonti di alimentazione di Neymar, il campione protagonista della Confederations. La difesa azzurra, poi, dovrà arginare un fiume di funamboli, tecnicamente meravigliosi, e freschi sotto il profilo atletico. Una dote che l’Italia ha evidenziato proprio di non possedere. Se non altro, gli azzurri hanno mostrato di poter attingere a un mare di fortuna nella partita contro il Giappone. La vincitrice di oggi, inoltre, eviterà la Spagna. L’ultimo trionfo azzurro contro la Seleçao risale addirittura al 5 luglio del 1982. E l’amichevole dello scorso 21 marzo si è chiusa con un pari (2-2). Diamanti, Balotelli e Candreva il tridente di stasera, sono pronti per riportare l’Italia in alto. Quattro anni dopo.