Da lunedì parte l’anagrafe sui conti correnti
Gli uomini del fisco italiano la considerano una sorta di arma di fine mondo. La soluzione finale contro gli evasori che sottraggono alle casse dello Stato oltre 100 miliardi di euro l’anno. E’ tutto pronto per il lancio dell’anagrafe dei conti correnti: l’enorme archivio istituito dal Decreto salva Italia del dicembre 2011 nel quale confluiranno tutti i dati relativi ai rapporti che intercorrono tra gli italiani e gli istituti finanziari. In pratica, un grande fratello fiscale utile agli 007 tributari per mettere sotto controllo i movimenti di denaro presso banche, poste e società di gestione e intermediazione del risparmio. Per poi poterli incrociare con le dichiarazioni dei redditi al fine di smascherare possibili contribuenti infedeli.
La delicata operazione è ormai ai nastri di partenza perché da lunedì il Sid (Sistema informatico dati) gestito da Sogei consentirà all’Agenzia delle entrate di acquisire automaticamente le informazioni sui conti correnti degli italiani dagli operatori bancari. Lo ha annunciato Attilio Befera, direttore dell’Agenzia, premurandosi di ribadire che la segretezza di questa mole di dati sensibili è a prova di bomba e ricordando che è stato proprio il garante della privacy a imporre il ricorso a un sistema di interscambio autonomo. Un sistema di interscambio che si chiama Sid e che è separato da tutti gli altri sistemi. «Si tratta di una application to application senza intervento di personale umano», ha garantito Befera per fugare uno dei grandi timori di molti contribuenti. Vale a dire il pericolo che informazioni sulla vita privata finanziaria di ciascun cittadino escano dagli uffici tributari per diventare di dominio pubblico. All’Agenzia delle entrate giurano che non succederà.
SEGRETO BANCARIO ADDIO
Ma intanto l’Anagrafe dei conti correnti certifica nei fatti la fine del segreto bancario. Entro il 31 ottobre prossimo, infatti, tutti gli intermediari finanziari dovranno comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati sui conti correnti, le movimentazioni, gli investimenti, l’utilizzo delle carte di credito e perfino delle cassette di sicurezza riferiti al 2011. Per quelli del 2012 il termine è fissato per il 31 marzo 2014 mentre per gli anni 2013 e seguenti le comunicazioni dovranno avvenire entro il 20 aprile dell’anno successivo. Per dare un’idea del potere in mano al fisco, basti pensare che fino ad ora l’Agenzia aveva accesso solo ai dati identificativi del conto corrente. Ora, invece, conoscerà anche i saldi iniziali e finali dell’anno, gli importi totali delle movimentazioni distinte tra dare e avere, il numero di accessi alle cassette di sicurezza, gli incrementi di valore o i riscatti relativi alle polizze assicurative, gli acquisti e le vendite di oro. Incrociando questi dati con le dichiarazioni dei redditi, l’Agenzia delle entrate potrà compilare liste di contribuenti che saranno sottoposti a controlli quando si verificherà uno scostamento rilevante.
Quanto rilevante? Sarà un provvedimento autunnale a stabilirlo (forse una circolare) e la legge dice che con quell’atto saranno individuati «i criteri per l’elaborazione di specifiche liste selettive di contribuenti a maggior rischio di evasione» sui quali si concentreranno i controlli. Chi finirà nel mirino? Nelle scorse settimane si è ipotizzato che sarà sufficiente uno scostamento del 20% tra volumi finanziari e dichiarazioni dei redditi (come nel caso del redditometro) ma gli uomini di Befera non confermano. Di sicuro, però, se un contribuente dichiara 50 mila euro, ma con la carta di credito fa acquisti nello stesso anno per decine di migliaia di euro in più senza intaccare i risparmi o senza avere entrate straordinarie probabilmente finirà sotto accertamento e dovrà giustificare, carte alla mano, l’apparente incongruenza.