Nervi tesi Pd-Pdl: si ripropone l’ineleggibilità di Berlusconi
Ieri le intercettazioni e i rapporti con la magistratura, oggi la posizione personale di Silvio Berlusconi al Senato: proseguono le fibrillazioni all’interno della maggioranza e soprattutto tra i suo principali componenti, Partito Democratico e Popolo delle Libertà.
La mattima si apre con la lettura dei giornali. Ad uno, «Avvenire», il capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda affida una riflessione molto critica sul ruolo di Berlusconi. «Secondo la legge italiana non è eleggibile, in quanto concessionario», afferma, «È ridicolo che l’ineleggibilità colpisca Confalonieri e non lui». La questione è politicamente molto delicata: i grillini hanno già fatto sapere in passato di volerla sollevare formalmente di fronte alla giunta per le elezioni. Ma Zanda aggiunge ancora una cosa: «In sessantasette anni di Repubblica non è mai stato nominato nessun senatore a vita che abbia condotto la propria vita come l’ha condotta Berlusconi. Non credo che debba aggiungere altro». In altre parole: indegno per il laticlavio a vita, inadatto per quello protempore.
I grillini plaudono. «Prendiamo in parola Zanda: siamo assolutamente pronti a votare l’ineleggibilità di Berlusconi», scrive su Twitter il capogruppo dei 5 Stelle al Senato. «Il Movimento 5 Stelle prende in parola le dichiarazioni del capogruppo del Pd al Senato Luigi Zanda. Siamo pronti a sostenere e votare nelle apposite sedi, l’ineleggibilità del senatore Berlusconi, così come a contrastare politicamente la sua elezione a senatore a vita. La nomina di Berlusconi senatore a vita sarebbe un affronto al Paese e al rispetto delle leggi», aggiunge poi Crimi in una nota. «Il M5S dal primo giorno di questa legislatura ha posto il tema dell’ineleggibilità di Berlusconi e dei suoi legali in relazione alla legge sul conflitto d’interessi del 1957. Si passi dalle parole ai fatti. Nella prima riunione della Giunta per le elezioni, convocata per martedì – prosegue – si metta immediatamente all’ordine del giorno l’ineleggibilità di Berlusconi. Il Movimento 5 Stelle è pronto a fare la sua parte e votare a favore del rispetto delle leggi e dichiarare Berlusconi ineleggibile», conclude il parlamentare.
Se Zanda dice di non aggiungere altro (ed il riferimento alla vita personale dell’ex premier non sembra affidato casualente al quotidiano dei vescovi), sono in molti da parte del Pdl che invece si sentono di commentare. «Il Pd vuole solo alimentare lo scontro», esclama a stretto giro di posta Sandro Bondi, nella sua veste di coordinatore di tutto il Pdl. «L’arroganza dei toni usata da Zanda contrasta fortemente con il clima di pacificazione che ci siamo imposti», gli fa eco Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato. Poi Renato Brunetta («accuse irricevibili»), Schifani («valutazioni morali francamente inopportune») Fabrizio Cicchitto («Inutile provocazione») ed ancora Daniele Capezzone («Il Pd è d’accordo con Zanda?»). Più esplicita di tutti Anna Maria Bernini: «Le affermazioni del senatore Zanda riguardo fra l’altro all’ineleggibilità di Silvio Berlusconi e ai criteri di nomina dei senatori a vita sono altrettante mine sul terreno politico in cui agisce il governo Letta».
Mancano le reazioni delle primissime file, ma il segnale politico è chiaro: ogni giorno può venir fuori un argomento per mettere in difficoltà le larghe intese.