La corte d’appello di Milano conferma la condanna di Berlusconi
La seconda Corte d’appello di Milano ha confermato oggi la condanna di Silvio Berlusconi in primo grado a quattro anni di reclusione – tre dei quali copertida indulto – e cinque anni di interdizione dai pubblici uffici per frode fiscale, al termine del processo di secondo grado sulle presunte irregolarità nella compravendita dei diritti tv e cinematografici da parte di Mediaset.
La sentenza è stata letta dopo cinque ore e mezza di camera di consiglio da Alessandra Galli, presidente della sezione. Gli esiti delle vicende giudiziarie dell’ex presidente del Consiglio sono visti con grande attenzione per il futuro dell’attuale governo, per il quale è essenziale il sostegno del Pdl.
Ora all’ex premier resta il ricorso in Cassazione, ma soprattutto gli occhi sono puntati sulla decisione della Corte Costituzionale, attesa entro la fine di giugno, sul conflitto di attribuzione fra poteri dello stato sollevato da Palazzo Chigi in relazione a un legittimo impedimento a prender parte all’udienza del processo di primo grado il 1 marzo 2010, che fu negato all’allora presidente del Consiglio.
Se la Consulta dovesse dar ragione a Palazzo Chigi, il processo potrebbe dover tornare a quella udienza di tre anni fa, in primo grado. Va ricordato che i reati oggetto del procedimento andranno prescritti fra la fine del 2013 e l’inizio del 2014.