«Non ho ancora deciso se resto o vado via. I primi a sapero saranno mia moglie e i miei figli». Josè Mourinho congela l’adios al Real Madrid. La stampa inglese, e in particolare il tabloid The Sun, assicura che lo Special One tornerà al Chelsea: il tecnico portoghese avrebbe definito i dettagli dell’affare a Londra, in una cena con il patron Roman Abramovich nel ristorante italiano La Famiglia. «Queste voci riguardano tutti i club: a Parigi si dice che vada via Ancelotti. Al Bayern, se ne va il tecnico che ha vinto un campionato da record e arriva Guardiola. Al City si dice che va via Mancini. Al Chelsea va via Benitez e arrivo io, o qualcun altro», dice. «Gli allenatori lavorano con la massima professionalità e si adattano a queste situazioni. Io sono onorato di far parte di questo club, sono meno contento perchè sono stato eliminato due giorni fa dalla Champions. Ma vado avanti». «Posso confermare che davanti ho ancora 5 partite e una finale di Coppa del Re. Parleremo del mio futuro con il presidente alla fine della stagione. Lo faremo da amici, ci metteremo al tavolo e parleremo tranquillamente», prosegue il tecnico lusitano. «Non avverto la pressione dei media, non è un problema per me -dice facendo riferimento ai rapporti con la stampa-. Sono io a mettermi pressione per primo e sui club che ho lasciato non ho detto parole negative, tutto il contrario. Quando andrò via da qui, non succederà nulla di diverso». Nel triennio al Santiago Bernabeu, Mourinho ha fallito l’assalto alla Champions League. Il Real Madrid si è sempre fermato in semifinale. «In 21 anni, 18 allenatori e 5 semifinali», dice lo Special One analizzando il rendimento dei blancos negli ultimi 2 decenni abbondanti. «E il problema è Mou…», aggiunge ironizzando. In attesa della finale di Coppa del Re, da giocare contro l’Atletico Madrid, il clou dell’esperienza a Madrid rimane ovviamente la Liga vinta lo scorso anno. «Per me -dice il portoghese- è motivo d’orgoglio aver allenato il Real Madrid che ha interrotto l’egemonia del Barcellona in Spagna». Nel 2012-2013, invece, impossibile contrastare i catalani in campionato. «Abbiamo cominciato male la Liga e abbiamo pagato dazio. Non avremmo dovuto staccarci subito dal Barcellona. Se loro riescono a superare quota 100 punti, ci riusciranno perchè sono la miglior squadra del mondo degli ultimi 20-30 anni. E questo dà ancora più valore a quello che abbiamo fatto noi». L’annata attuale sarà ricordata anche per la decisione con cui Mourinho ha relegato in panchina il portiere Iker Casillas, capitano e bandiera del Real. «I problemi -dice il tecnico- sorgono quando qualcuno pensa di essere superiore a tutto il resto. Con giocatori che si sentono uguali non ho mai avuto problemi». Cosa cambierebbe di questi 3 anni? «Avrei dovuto portare Diego Lopez al Real già al termine della prima stagione -dice facendo riferimento al portiere che ha detronizzato Casillas-. Forse non ho fatto abbastanza». Per il resto, nessun rimpianto. «Continuo a pensare che sia giusto che la stampa resti fuori dall’aereo della squadra e dal centro di allenamento. Lasciar fuori i vostri ‘cocchi’, corretto. Penso che le mie decisioni siano state giuste. Con la tifoseria, corretto. I fischi? Perfetto. I tifosi comandano».