Nola, il tempietto della statua di San Felice: un’ opera di Salvatore Irdi
Nola – La statua di San Felice in villa comunale rappresenta un simbolo identitario per la comunità. La sua postura rivolta col braccio verso il Vesuvio in segno di protezione rimanda a quella di San Gennaro sul ponte della Maddalena a Napoli e lega la statua a due episodi.
Il primo si riferisce alla sua erezione o ricollocazione avvenuta nel 1796, come si evince da una epigrafe posizionata su basamento, nella parte retrostante, sulla quale si legge che i nolani graziati da una eruzione la dedicarono al Vescovo.
Il secondo si riferisce ad una vicenda secondo la quale il 26 aprile 1872, durante un’eruzione del Vesuvio, la statua di marmo del santo, si contorse irreversibilmente sulla sinistra in direzione della colata lavica, proteggendo la città minacciata da una nube di ceneri e lapilli.
All’inizio dell’ottocento, essa risulta posizionata in un luogo poco distante chiamato “largo del Passetiello”, un passaggio appunto che costituiva uno dei principali ingressi in città per tutti coloro i quali giungevano dai paesi vesuviani.
Nel corso dei decenni la statua ha subito diversi interventi di restauro prima di essere traslata nel sito, ove oggi è collocata, con la costruzione del tempietto che la custodisce.
Nel 1829 l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Gioacchino Palliola, commissionò al maestro Antonio Santaniello alcuni interventi di manutenzione.
Più tardi, nel 1850, fu l’architetto Emilio de Vero, a realizzare un progetto che prevedeva la sistemazione dello spiazzo ove era collocata la statua sopraelevandolo rispetto al contorno.
Quando nel 1853, si decise di prolungare la tratta ferroviaria fino a Sarno fu necessario traslare la statua che era posizionata proprio in asse con il prolungamento da realizzare.
Così il 19 luglio del 1853 una commissione, costituita dall’Intendente, da un delegato del vescovo e dalle maggiori cariche cittadine, effettuò un sopralluogo dove venne sottoscritto un verbale che individuava il nuovo sito per il trasferimento della statua. Gli oneri per lo spostamento della statua furono a carico dell’impresa per la realizzazione dell’opera.
Già nel 1853, il Vescovo Gennaro Pasca propose che non ci si limitasse al solo spostamento della statua ma che vi fosse costruito un tempietto che potesse custodire e proteggere la statua di San Felice dagli agenti atmosferici.
Il tempietto dedicato a San Felice fu progettato e realizzato dallo scultore Salvatore Irdi e completato solo nel 1877, come si evince da una seconda epigrafe presente sul basamento della statua. Oggi la statua di San Felice ancora rappresenta un forte punto di riferimento per la comunità.
Posizionata in un trafficato crocevia di passaggio, nelle prossimità della ferrovia dello Stato, ha rappresentato da sempre un messaggio di accoglienza e di benvenuto per chi raggiunge la città
di Maurizio Barbato