Nola, edifici di un tempo: il Sedile
Nola – Con l’ottocento iniziò una fase di trasformazioni urbane che modificarono il volto della città.
Molti edifici, simbolo della città medioevale, vennero gradualmente ceduti a enti pubblici, istituti di beneficenza o anche acquisiti da privati, ristrutturati e adattati a nuove funzioni.
Tra questi edifici vi era il Sedile, un luogo in cui in passato si svolgevano le riunioni del consiglio nobiliare per l’amministrazione cittadina e anche per curare i propri interessi.
Esso era posizionato all’incrocio tra le attuali via San Felice e corso Tommaso Vitale, dove è posizionata oggi la farmacia Scala.
Una prima descrizione di questo luogo la ritroviamo nel “de Nola” di Ambrogio Leone. Il locale si estendeva da oriente ad occidente ed aveva una forma a pianta rettangolare. I fronti settentrionale ed occidentale avevano pareti cieche, mentre su quelli orientale e meridionale si aprivano due grandi arcate che poggiavano con una estremità su di una colonna. All’interno per tutto il perimetro erano posizionati i sedili dove sedevano appunto i patrizi nolani.
Nel 1812 l’edificio venne ceduto dal decurionato in enfiteusi al sig. Giovanni Botta che viveva in alcune case vicine e che trasformò l’immobile in un rinomato bar cittadino.
Il trasferimento di un bene pubblico, simbolo del potere del ceto nobiliare che in passato lì svolgeva le proprie funzioni, non venne ben visto da tutti. Così fu proprio un gruppo di decurioni, formato da alcuni nobili, ad opporsi alla cessione a favore del Botta al punto di spingere il sindaco De Marco a scrivere all’Intendente ed al Ministro rappresentando tutti i dubbi e sospendendo le minute per la formalizzazione dell’atto .
A nulla servirono le opposizioni di parte della rappresentanza del decurionato, l’immobile venne trasferito al Botta.
Nel 1819, nel corso di alcuni lavori che interessarono il tratto di strada che dalla “Concezione menava alla Torre”, venne deciso di ridurre le dimensioni del Sedile, venduto appena qualche anno prima al “caffettiere” Botta.
L’edificio determinava un fastidioso restringimento della strada:
“la strada in quel sito offre un passaggio angusto e stretto per il quale a stento può passare una vettura passaggio che maggiormente si rende difficile, allora quando seggono i Militari innanzi alla porta del detto Caffè qual cosa ordinariamente accade”
Così il consiglio comunale, presieduto dal sindaco Giuseppe Cocozza, il giorno 8 giugno 1819, raggiunto un accordo con il sig. Giovanni Botta, deliberò la demolizione di parte del Sedile oramai divenuto locale adibito a caffè.
Il fatto storico apre una riflessione anche sulla nostra festa, in particolare sul percorso storico dei Gigli: chissà che questo ridimensionamento del Sedile non fosse dovuto anche alle esigenze della processione delle macchine da festa.
di Maurizio Barbato