Caricabatterie universale: la proposta Ue per ridurre l’impatto ambientale
Ogni anno in Ue ritroviamo tra i rifiuti circa undicimila tonnellate di caricatori. Ed è proprio per aiutare l’ambiente, oltre che per rendere più conveniente la ricarica, che lo scorso 23 settembre la Commissione Europea ha presentato una proposta legislativa con lo scopo di introdurre un caricabatterie universale per tutti i dispositivi mobili.
Con questa proposta, i nuovi dispositivi venduti dall’Unione Europea (Ue) dovranno utilizzare un caricabatterie standard di tipo usb-c. Inoltre, grazie alla creazione di uno standard comune,i produttori venderebbero in futuro dispositivi senza caricabatterie perchè la maggior parte dei consumatori ne possiederebbe già uno. La riforma riguarderebbe solo i dispositivi mobili, escludendo quindi computer portatili e altri dispositivi di grandi dimensioni, il che comporterebbe una diminuzione di rifiuti elettronici sicuramente limitata rispetto alla totalità dei rifiuti prodotti annualmente (si parla infatti di circa mille tonnellate l’anno).
Nonostante la proposta abbia come obiettivo aumentare la praticità e ridurre gli sprechi, alcune aziende sono contrarie a questo tipo di cambiamento. Apple, per esempio, sostiene di essere preoccupata che questo tipo di manovra possa limitare l’innovazione in tale campo. Già nel 2009 era iniziata la riduzione dei diversi modelli di caricabatterie che da da trenta sono passati a tre, tutt’ora presenti sul mercato (usb-c, micro usb e lightning). Con questa proposta, le aziende avrebbero due anni per effettuare il passaggio alla tecnologia usb-c, un tempo che secondo l’azienda statunitense Apple è troppo breve per un cambiamento di tale entità. In realtà viviamo in un periodo in cui la rapidità con cui vengono presentati nuovi modelli di telefoni cellulari è elevata, d’altronde la stessa Apple presenta un modello nuovo ogni anno. Questo potrebbe giocare a favore delle tempistiche del cambiamento, perché quando si parla di aiutare ambiente ogni minuto e risorsa investiti sono importanti.
di Ludovica Chiango