Dalla Barbie virologa alla barbie ricercatrice: la nuova collezione della Mattel per il Dream Gap Project
Dimentichiamoci per un momento delle barbie così come le conosciamo: con vestiti da festa impeccabili e luccicanti, ai piedi un paio di décolleté rosa cipria e un taglio di capelli da invidiare. La collezione lanciata da Mattel nell’ambito del Dream Gap Project parla invece di donne reali, campionesse sportive, membri del parlamento, cosmonaute, fotografe, imprenditrici, giornaliste e si, anche di modelle. In un periodo storico in cui sempre più imprese stanno impegnandosi nella lotta contro le differenze di genere, anche il marchio Mattel partecipa alla sensibilizzazione partendo dai più piccoli.
Il Dream Gap Project è il progetto con cui Barbie si impegnerà a combattere quel fenomeno per il quale molte bambine iniziano a perdere fiducia nelle proprie capacità non credendo di poter diventare ciò che desiderano a causa del loro genere. L’iniziativa è volta a creare modelli di riferimento positivi, ai quali anche i più piccoli possono ispirarsi, e tra gli obiettivi vi è anche finanziare la ricerca.
In questa collezione spiccano anche sei figure appartenenti al mondo STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), che hanno dato un forte contributo durante l’emergenza dovuta al Covid-19 e di cui abbiamo sentito molto parlare durante questi mesi. Le loro sono storie di donne ambiziose, curiose e intraprendenti, che hanno fatto della scienza una leva per portare avanti le proprie battaglie.
Troviamo Amy O’Sullivan, infermiera al pronto soccorso negli Stati Uniti, conosciuta per il suo lavoro in prima linea durante la pandemia, premiata sul New York times come una delle 100 persone più influenti del 2020.
Audrey Sue Cruz, medico di medicina interna, assistente professore, avvocato del wellness ed health/lifestyle blogger. Dopo aver conseguito la laurea in ingegneria elettrica, ha frequentato la scuola di medicina e durante la pandemia ha lavorato in prima linea sia in ospedale che in clinica diventando una delle pioniere nell’uso della “telesalute” per estendere il più possibile l’accesso ai servizi sanitari essenziali.
Chika Oriuwa, psichiatra infantile in Canada, sta lavorando per completare la sua formazione in neuropsichiatria e malattie neuroinfiammatorie. È una sostenitrice della diversità nella medicina e nella riforma dell’educazione medica ed ha posto la sua attenzione sul razzismo sistemico nel sistema sanitario. Oltre alla sua carriera nella medicina è artista della parola, scrittrice e oratrice pubblica.
La quarta Barbie presentata prende ispirazione da Sarah Gilbert, biologa e imprenditrice inglese, professoressa di vaccinologia all’università di Oxford e co-fondatrice di Vaccitech. Lavora su vaccini per diversi patogeni tra cui MERS, Lassa, Nipah ed è leader del progetto Oxford per il vaccino contro il nuovo coronavirus SARS-Cov-2, noto come “vaccino anti COVID-19 Astra Zeneca”.
Kirby White è medico generico specialista in australia rurale. Nominata “Local Hero” 2021 per il suo lavoro dedicato a fornire abiti protettivi ai lavoratori impegnati in prima linea durante l’emergenza sanitaria causata dal COVID-19. Ha fondato un’iniziativa per fornire un abito che si può lavare e riutilizzare per consentire ai medici continue visite ai pazienti in sicurezza. Ha iniziato la sua carriera come ricercatrice sulle cellule staminali e negli scorsi mesi ha riunito volontari e aziende tessili per cucire migliaia di abiti da lavoro distribuiti a oltre 750 cliniche mediche.
Infine, come modello di ispirazione è presente anche Jaqueline Goes de Jesus, una giovane scienziata, professoressa e ricercatrice brasiliana che ha guidato il sequenziamento genetico del coronavirus in Brasile.
Ma non finisce qui, oltre a queste personalità di spicco emerse durante la pandemia, fanno parte della collezione Naomi Osaka, Julie Bishop, Milena Baldassarri, Cristina Fogazzi, Adwoa Aboah, Melodie Robinson, Rosanna Marziale e tante altre. Una collezione che ha il ruolo di sensibilizzare, perché molto spesso l’immaginazione non è abbastanza e così diventa importante conoscere le storie di donne che sono riuscite a costruire qualcosa di grande per poterne trarre ispirazione fin da bambine.
di Ludovica Beatrice Chiango