Nola: Parco archeologico restituito alla città, ma i cancelli restano chiusi

Nola – L’amministrazione comunale, lo scorso fine settimana, annuncia di aver restituito alla città il Parco archeologico. Tutti ormai si aspettavano di poter usufruire dello spazio verde e passeggiare tra le antiche vestigia della città, in particolare tra i resti delle mura di confine del periodo vicereale.

Sembrava una storia a lieto fine, dopo due anni di inerzia, ed invece, pare che al di là delle apparenze nulla sia cambiato. In effetti, basta recarsi di persona per verificare come stanno le cose. Cancelli chiusi con tanto di lucchetto. Fuori, nessuna indicazione circa gli orari di accesso.

MANCA L’AFFIDAMENTO FORMALE ALL’UNIVERSITA’

Approfondendo la questione si scopre che l’area del parco non è stata ancora formalmente assegnata all’università Parthenope. Una “restituzione” alla città, dunque, che appare quantomeno rinviata, visto che l’iter non è stato ancora perfezionato. Ciò che è cambiato, invece, è uno dei lati perimetrali, con la sostituzione del muro di cinta con una ringhiera che consente un affaccio al sito archeologico.

GIOVEDI’ IN COMMISSIONE TRASPARENZA SI DISCUTERA’ DELLA MODIFICA DEL MURO PERIMETRALE DEL PARCO: SAREBBE ILLEGITTIMA

 Una soluzione maggiormente di impatto, certamente, ma che tradisce l’idea originaria del progettista, tra l’altro di fama nazionale come Ferruccio Izzo, che intendeva realizzare una cesura tra architettura contemporanea e la parte archeologica. Anzi per l’opposizione siamo di fronte ad un atto illegittimo, tanto è vero che il consigliere di opposizione Cinzia Trinchese, presidente della commissione Trasparenza, ha già convocato una seduta sul tema, giovedì 3 giugno alle 11.

I VOLONTARI DEL LEO CLUB HANNO RIPULITO L’AREA

Oltre questo, pare che neanche una pulizia approfondita sia stata realizzata. Lo testimonia il fatto che nella giornata di domenica i volontari del Leo Club hanno effettuato una raccolta di rifiuti con un tanto di bustoni che evidenziano il materiale portato via.

L’auspicio a questo punto è che la procedura di assegnazione all’università – che già gestisce la sala convegni nei pressi – non vada ancora troppo per le lunghe e che la seconda “restituzione” alla città sia quella effettiva. Anche perchè nelle ore serali e notturne tutto è al buio, visto che l’impianto di illuminazione non è stato ancora ripristinato. 

Del resto, se l’area era piombata nel degrado era a causa della mancata manutenzione che in questi due anni ha rappresentato un episodio molto raro. Eppure all’inizio di questa amministrazione, una società aveva chiesto di prendere in gestione il sito senza nulla a pretendere, ma poi, pare, non abbia mai avuto risposto.

La questione dell’assegnazione delle aree comuni e dei siti di valenza culturale è un problema antico mai risolto . Nel centro storico vi è il caso della chiesa dei Santi Apostoli, divenuta nel tempo un centro culturale di eccellenza, anche grazie all’impegno dell’associazione Meridies che però è ancora in attesa del rinnovo della convenzione. Ed intanto il sito è chiuso da due anni. 

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