Nola, uscita dal dissesto: sentiero “stretto e tortuoso”. Le prescrizioni del Ministero degli Interni limitano la gestione
Nola – L’ uscita dal regime di dissesto non sarà un percorso semplice. A giudicare dalle prescrizioni inviate dal dipartimento di Finanza locale del Ministero degli Interni – che ha dato di recente il via libera al bilancio stabilmente riequilibrato – il cammino sarà piuttosto accidentato e con non pochi ostacoli. Ma alternative non ve ne sono e per riportare i conti in linea di galleggiamento bisognerà solo “marciare” nella direzione obbligata.
Il primo passo sarà un nuovo passaggio in Consiglio comunale. Nelle prescrizioni è infatti evidenziato che “E’ fatto obbligo al Comune di Nola di deliberare entro 30 giorni dalla data di notifica del decreto di approvazione dell’ipotesi il bilancio di previsione 2020/2022, nonché, entro 120 giorni dalla stessa data. Gli altri bilanci di previsione e rendiconti non deliberati, provvedendo contestualmente alla presentazione delle relativi certificazioni. Dovranno essere rispettati i vincoli e le prescrizioni del presente decreto”
La gestione dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Gaetano Minieri dovrà tener conto dei vari limiti e obblighi contenuti nel documento del Ministero.
Tra le prescrizioni vi è quella che pesa maggiormente sui contribuenti nolani e cioè che tutte le aliquote delle tasse comunali resteranno al massimo ( lo sono sin dalla dichiarazione di pre dissesto del commissario prefettizio).
Sul piano dei tributi comunali viene prescritto l’obbligo di adozione di tutti i provvedimenti di competenza finalizzati al “costante miglioramento di riscossione delle entrate”. Inoltre viene precisato che “ le entrate derivanti dal recupero di evasione riferite da anni di imposta precedenti e fino al 31 dicembre 2019, pure se accertate successivamente, così come gli eventuali maggiori proventi riscossi dovranno essere riferiti, al netto delle eventuali spese, all’organo straordinario della liquidazione per il finanziamento della massa passiva”. In buona sostanza le maggiori entrate derivanti dal recupero dall’evasione degli anni di imposta precedenti saranno utilizzati per liquidare la massa debitoria accerta dall’ Organismo di liquidazione straordinaria che al momento è giunto ad una certificazione pari a 45 milioni circa.
Altra stretta è sui beni comunali attualmente in locazione. In questo caso, l’obbligo imposto è quello di “riscuotere i canoni a norma di legge o di adeguare gli stessi ai prezzi di mercato”. Vengono altresì sollecitati tutti gli interventi capaci di ottimizzare le entrate. Ad esempio, di adottare “tutti i provvedimenti organizzativi necessari al fine di ottenere una rapida definizione delle eventuali pratiche di condono inevase, assegnando le risorse necessarie e stabilendo i tempi di evasione delle stesse”