Pentimento Di Domenico, il figlio: noi estranei alle sue attività
Nola – “Siamo completamente estranei ai fatti che riguardano mio padre”. Così Paolino Di Domenico, 20 enne figlio del più noto Marcello, presunto capo dell’ omonimo clan Di Domenico, marca le distanze dal genitore, alla luce del suo “ripentimento” annunciato durante una recente udienza del processo a carico del sodalizio. Un distinguo a trecentosessanta gradi. che Paolino e la sua famiglia, tiene a sottolineare per evidenziare la completa estraneità a tutta l’attività del padre, sia quando lo stesso operava alla guida del citato sodalizio, sia oggi da collaboratore di giustizia. Un’ estraneità che parte da lontano, visto che nessun componente del nucleo famiiare di cui Paolino fa parte è stato mai coinvolto nella vita del clan guidato dallo stesso Marcello. La decisa e ferma puntualizzazione è quella di un giovane che non vuole vedersi coinvolto in fatti che non lo riguardano, di cui subisce solamente le conseguenze. E’ la richiesta accorata di una famiglia a non vedere alterata la propria vita quotidiana, la rete affettiva che la circonda, le proprie abitudini, a causa delle vicende di un proprio congiunto che ha vissuto e continua a vivere un percorso di vita piuttosto particolare e non privo di pericoli. Paolino e la sua famiglia, in buona sostanza, si dichiarano completamente estranei da ogni vicenda presente, passata e futura che riguardi Marcello Di Domenico. In nessun caso, viene evidenziato, essi hanno a che fare con vicende oggetto oggi di accertamento giudiziario che riguardano sempre Marcello, così come la sua decisione di collaborare con la giustizia. Una totale lontananza da qualunque vicenda di mala che Paolino ribadisce in maniera inequivocabile per affermare il proprio diritto ad una vita per sé e la propria famiglia che possa essere quanto più normale possibile, alla luce del sole, senza essere turbata da fatti di cui non ne conosce i contorni, le origini, le cause. Marcello Di Domenico è ritenuto dagli inquirenti il capo dell’omonimo clan operante nel nolano, come costola, seppur con una certa autonomia d’ azione, del clan Moccia di Afragola. Dopo il suo arresto a seguito di una breve latitanza, Marcello Di Domenico iniziò a collaborare con la giustizia. La collaborazione, però, si interruppe dopo pochi mesi. Alcuni giorni fa, il ripensamento con la deposizione in videoconferenza al processo proprio a carico del clan Di Domenico. In quella circostanza, Marcello si è autoaccusato di due omicidi. Sia in relazione alle vicende criminose, così come alla decisione di collaborare con la giustizia, il figlio Paolino e la sua famiglia si ritengono completamente estranei e distanti.