Il vescovo di Nola sulle dichiarazione di Manganiello: la Festa lontana dalla mala
Nola – Dopo il duro ed infondato attacco di don Aniello Manganiello, contro la Festa dei Gigli, la Chiesa nolana esce allo scoperto, prendendo una posizione precisa e netta. “Il disorientamento provocato nei cittadini dalle parole di don Aniello Manganiello – afferma il vescovo di Nola, Beniamino Depalma – mi spinge ad intervenire non solo per affermare la distanza della Festa dei Gigli di Nola da logiche di gestione camorristiche ma soprattutto per testimoniare la ferma volontà della Chiesa di Nola, come di quella Campana, di lavorare per educare le coscienze a scelte di vita rispettose della convivenza civile e, per quanti, attraverso la devozione ai Santi testimoniano la fede in Cristo, rispettose della verità evangelica. Non può esistere una Chiesa di frontiera come non possono esistere preti anticamorra: la Chiesa, con i suoi preti e i suoi laici, non alza barricate, allarga le braccia per accogliere tutti, anche i camorristi, perché possano ricevere una testimonianza di salvezza e di possibilità di cambiamento. Don Aniello – che non è un prete della Chiesa di Nola ma un religioso guanelliano che ha ricevuto il permesso, dai suoi superiori, di risiedere momentaneamente nel comune di origine, Faibano di Camposano (NA) – con le sue parole ha provocato sgomento e meraviglia in me e in tanti che spinti da una fede autentica lavorano ogni anno perché la Festa dei Gigli di Nola sia segno di solidarietà, fratellanza, civiltà, cultura, in poche parole sia segno della scelta fatta da S.Paolino: Cristo e la testimonianza del Vangelo. Non nego che purtroppo questa nostra terra sia inquinata da logiche di malaffare che possono contaminare anche i luoghi in cui viene vissuta la religiosità: ma non posso condividere l’accusa generalizzata verso un intero popolo, verso un’intera città che attraverso la Festa vuole ogni anno ripromettersi di essere migliore. Non posso condividere perché di quel popolo fanno parte soprattutto i giovani di questa terra che hanno bisogno di proposte positive, di segni di speranza e non di profeti di sventura o amanti del catastrofismo. Tutti, specialmente quando si tratta di preti, hanno il dovere di una seria informazione e di un confronto con le istituzioni che rappresentano».