L’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centrale mette in campo un’iniziativa perla tutela del lavoro nei porti campani. L’iniziativa è del nolano Giovanni Annunziata,direttore degli Uffici di gestione portuale dei porti commerciali campani
In questo momento di crisi, i cui effetti economici sono ancora tutti da verificare, non mancano iniziative concrete che mirano a tutelare chi maggiormente soffrirà dei disagi conseguenti alla riduzione delle attività: i lavoratori. A lanciarla l’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centrale, che in questi giorni ha emanato una delibera di sostegno al lavoro, attraverso un meccanismo di solidarietà da attivare in occasione di nuove iniziative imprenditoriali, che si sviluppino nei porti di competenza.
L’ iniziativa è di Giovanni Annunziata, Direttore degli Uffici di gestione portuale dei porti commerciali campani della Autorità, snodo fondamentale per la logistica ed il trasporto della Campania e del Sud.
Giovanni Annunziata, nolano e carducciano doc, si laurea in giurisprudenza alla Federico II, per entrare poi, nel 1994, in Accademia Navale a Livorno come Ufficiale della Marina Militare, Corpo delle Capitanerie di porto. Vi trascorre i primi anni della sua formazione nel settore marittimo-portuale, specializzandosi poi in diritto ed economia del mare, approfondendo i temi del diritto internazionale del mare, presso l’Università di Lisbona.
Dopo alcune rilevanti esperienze lavorative che lo portano all’estero, in Brasile ed in Texas, presso Lackland Air Force USA (in ambito NATO), assume il comando del porto di Golfo Aranci, accrescendo significative collaborazioni istituzionali con i Comuni della Costa Smeralda, per un progetto di sviluppo sostenibile del territorio e della costa, ed in particolare dei porti di Porto Rotondo e Porto Cervo.
Nei successivi anni è coordinatore di Uffici strategici della Autorità portuale di Salerno, contribuendo in maniera determinante a quello che è stato definito il miracolo del porto di Salerno, ai primi posti a livello europeo per efficienza di servizi e capacità di movimentazione merci. Nel 2019 assume quindi la Direzione degli Uffici di gestione portuale dei porti commerciali campani, parte della Autorità del Mar Tirreno Centrale. Apprezzato anche per la propria attività nel campo scientifico, autore di numerose pubblicazioni su riviste di settore; e per le attività di formazione, tra l’altro, per gli Uditori giudiziari della Corte di Appello di Salerno.
“L’iniziativa, – afferma Annunziata – si innesta in un confronto già avviato da tempo con le rappresentanze sindacali operanti nel settore portuale. Qui il tema dello sviluppo solidale è molto sentito, nessuno dei lavoratori deve essere lasciato indietro. Fieri di appartenere al c.d. cluster portuale, con una reale forma di partecipazione e condivisone che rendono i porti una vera comunità, ed anche per una specializzazione spinta dei lavoratori nei vari ambiti (penso alle operazioni portuali, al settore della cantieristica, alle crociere, ai provveditori navali e tanti altri), che ne fanno una risorsa straordinaria”.
“Già in alcuni casi pilota – Spiega Annunziata, illustrando com’è nata la proposta – avevo attivato ipotesi di recupero e tutela dei lavoratori, all’interno di procedure pubbliche di gestione dei beni portuali, che garantissero il reinserimento delle professionalità escluse dal mondo del lavoro. Attraverso la delibera che abbiamo emanato, tale procedura diventa stabile e coordinata, tanto più alla luce dei cambiamenti in atto, ponendo le basi per nuove opportunità per i lavoratori portuali non più occupati, evitando fenomeni di precarizzazione e spingendo verso un maggiore investimento sul capitale umano nel medio e nel lungo termine”.
“Senza entrare nei dettagli tecnici – conclude Annunziata – si è dato vita ad uno strumento per incoraggiare un ricollocamento dei lavoratori portuali in nuove iniziative imprenditoriali, laddove si utilizzino beni portuali, attraverso l’utilizzo di criteri selettivi concernenti l’incremento occupazionale, e che quindi incoraggino l’investimento sul capitale umano, utilizzando proprio il registro appena costituito in forma stabile, per implementare la riassunzione di personale non più occupato, in seno alla iniziativa proposta”.